MATTEO ALFIERI
Cronaca

Propaganda per l’Isis su Facebook: preso ed espulso

Blitz nella notte a Caldana del personale della Digos che ha prelevato un uomo di 32 anni

Combattenti dell'Isis (Olycom)

Combattenti dell'Isis (Olycom)

Grosseto, 2 dicembre 2015  - Da quelle parti lo chiamavano il «biondino». Schivo, barba lunga. E il corano sul comodino della camera. Ma dalla notte tra domenica e lunedì non abita più a Caldana. E’ stato prelevato dagli uomini della Digos di Grosseto e consegnato ai colleghi dell’Ufficio immigrazione che lo accompagneranno in un centro di espulsione, con in tasca il decreto firmato proprio dal Guardasigilli Angelino Alfano. Operazione che però non ha nulla a che vedere con quella di Brescia, dove la polizia ha arrestato nella notte 4 cittadini kosovari. Tre erano residenti in Italia nelle province di Brescia, Vicenza e Perugia, uno è stato bloccato in Kosovo. Sono ritenuti responsabili dei reati di «apologia al terrorismo» e «istigazione all’odio razziale».

Le indagini grossetane invece vanno avanti da mesi e che, la notte di lunedì, hanno trovato una prima «quadra». Due auto con sei agenti della Digos, infatti, già «sollecitati» mesi fa dalla presenza di cellule «pericolose» in altre zone della provincia di Grosseto, Scansano e Montieri, adesso hanno chiuso il discorso anche con Caldana. Un gruppo di case adagiate sulle colline, nascoste tra Buriano e Gavorrano. Luogo ideale per «scomparire». Era quello che aveva provato a fare il «biondino», classe 1983, qualche lavoretto saltuario come boscaiolo. Nel suo profilo Facebook inneggiava all’Isis e ai guerriglieri del medio Oriente che stanno terrorizzando il mondo. Proseliti che proseguivano ormai da mesi, ma che la polizia «leggeva» da tempo.

Due i controlli che sono scattati nela notte: una delle persone controllate alla fine è risultata completamente estranea ai fatti. Uno choc che la moglie ha accusato così tanto che è dovuta intervenire l’ambulanza del 118 per far tornare la calma. Il 32enne invece, che abita in una via del paese insieme ad un altro familiare, è stato incastrato dalla Digos che gli ha sequestrato il computer e diversi cd. L’uomo era rientrato da un paio di settimane dalla Macedonia, dove aveva trascorso circa tre mesi. Nella sua terra d’origine è sposato e vive con la moglie e due figli.

Incredulità in paese. E anche paura. Pochi infatti coloro che decidono di «aprirsi» e raccontare quello che è successo nella notte tra domenica e lunedì, quando appunto gli agenti della Digos sono entrati in azione e hanno portato via l’uomo che adesso sarà espulso dall’Italia.

Per la verità, erano almeno due giorni che in paese si era notato qualche movimento sospetto: le auto degli agenti della Digos erano già state viste in piazza e nelle vie limitrofe. Come a preparare il terreno per quello che sarebbe successo qualche ora dopo. «Lo hanno portato via? Ci hanno detto qualcosa ma non sappiamo altro», chiede una persona in piazza che, naturalmente, preferisce rimanere anonima. I lampeggianti che hanno squarciato la notte del piccolo paese qualcosa hanno lasciato.

Hanno intaccato una comunità coesa che da sempre vive da queste parti e non ha mai dato problemi. Almeno apparentemente. Anche perchè il ricordo di quelle donne completamente nascoste dal burqa non è passato inosservato. «Mi hanno detto che i mariti vogliono così», chiosa una signora nella piazza principale del paese che scappa alla vista del taccuino e della macchina fotografica. E dopo Parigi, sapere che nella porta accanto c’è un uomo che su internet inneggia alle stragi, è già tanto.