IRENE BLUNDO
Grosseto

Daniele Pecci è Amleto

Prima nazionale a Grosseto

Il cast di Amleto

Il cast di Amleto

Grosseto, 14 ottobre 2016 – “Essere o non essere, that is the question”. In prima nazionale andrà in scena domenica 16 ottobre alle 21 al teatro degli Industri di Grosseto l'Amleto di Shakespeare per la regia di Daniele Pecci. Una produzione della Compagnia Molière, con Maddalena Crippa.  

Pecci, come si è avvicinato a questo testo così noto e tanto rappresentato?

“È l'opera che ha segnato un cambiamento nella mia vita, è proprio leggendola a 16 anni che ho deciso di fare questo mestiere”.  

Stavolta è protagonista e regista.

“È stato faticoso mantenere questo doppio ruolo nello spettacolo ma anche molto bello, perché ho potuto dirigere proprio come volevo. Sicuramente una responsabilità in più”.  

In ansia per il debutto?

“Sono agitato, emozionato. Si ha sempre l'impressione che il tempo non basti. Ma il nostro lavoro è così, ci siamo abituati. Dopo Grosseto, la prima a Roma sarà il 18 ottobre al Teatro Quirino”.

In cosa consiste la modernità dell'Amleto?

“È il testo teatrale più importante dell’era moderna, contiene un’analisi profonda dell’uomo, in rapporto alle problematicità del vivere quotidiano. Meglio di chiunque altro, e soprattutto per primo, Shakespeare è riuscito a raccontare le infinite contraddizioni dell’essere umano, di fronte all’impegno che deve assumersi per poter anche semplicemente stare al mondo; affrontare il futuro, il destino, l’amore, le ingiustizie, le controversie, il dolore, la perdita”.

Nella sua formazione di attore, quanto ha contato il teatro?

“A differenza di cinema e televisione, a teatro raramente ci si improvvisa. Le esperienze teatrali sono fondamentali per un attore”.

Le fiction tv danno la popolarità, però, magari a rischio di stereotipare una persona.

“Se si interpreta sempre lo stesso tipo di personaggio per tanti anni si può essere visti solo in quel modo. Bisogna cambiare spesso”.

Con Ozpetek ha mostrato le sue abilità comiche.

“Ogni attore dovrebbe essere anche un po' un comico. Le regole della comicità sono le stesse della recitazione, i tempi giusti, e così via...”.

Un altro grande se n'è andato. Conosceva Dario Fo?

“Non ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona. Mi dispiace molto per la sua morte. Un uomo che ha dedicato la vita al teatro, un grandissimo artista, colto, un vero intellettuale, una figura anche molto simpatica. Ha scritto una pagina importante della cultura che rimarrà”.

Quando è in tour teatrale c'è qualcosa di cui non può fare a meno?

“Ho imparato col tempo a fare valige piccole e funzionali. Mi adatto facilmente”.  

Si considera social?

“Uso Facebook e altri social network ma soprattutto per scrivere del mio lavoro”.