Firenze, 20 giugno 2016 - CARO DIRETTORE, Matteo Renzi è volato da Vladimir Putin, poco meno di un dittatore, e ha preso le difese della Russia. Pare di essere tornati indietro ai tempi di Berlusconi, quando palazzo Chigi pareva essere una succursale del Cremlino. Ma non siamo nella Nato? Lucio Lara
CARO LARA, in politica estera ogni Paese persegue prioritariamente i propri interessi, al di là delle alleanze di cui fa parte, siano esse la Nato o la Ue. Lo si è visto sempre, in tutte le crisi anche recenti, dalla Libia all’Ucraina. E così fa l’Italia. Renzi prosegue in quella politica di apertura verso la Russia che fu di Berlusconi ma anche di Prodi. Evidentemente tutti e tre i premier citati ritenevano che l’interesse nazionale, principalmente identificato con l’energia e in particolare con il gas, fosse o sia meglio tutelato se con Putin si va d’accordo piuttosto che se ci si trova ai ferri corti. Altre considerazioni stanno in secondo piano, tipo quella sul grado di democraticità dell’interlocutore. In politica estera si fanno accordi con la controparte che ci si ritrova, senza avere la pretesa di sceglierla.