La Spezia, 24 settembre 2010 - Primo round a favore della difesa nell’ambito della formazione anticipata della prova (siamo nella fase delle indagini preliminari) sull’omicidio della prostituta Aparecida Da Silva avvenuto il 15 marzo scorso. Ieri mattina, davanti al gip Diana Brusacà, si è svolto l’incidente probatorio alla presenza dell’imputato Jacopo Schiaffino, dei suoi legali di fiducia avvocati Giuliana Feliciani e Valentina Antonini, del perito del Ris di Roma maresciallo Lorenzo Giampieri, dell’ingegner Michele Vitiello, consulente della difesa e del dottor Dezzani, consulente dell’accusa. Era presente il pm Claudia Merlino. I tre esperti hanno analizzato con le più avanzate tecnologie il cellulare e la sim card in uso alla vittima, cercando di accertare se le eventuali chiamate ricevute dalla vittima il giorno dell’omicidio fossero state cancellate e se sì a che ora. Gli esiti della perizia hanno chiarito che non è stato possibile accertare un’ eventuale cancellazione né tantomeno l’eventuale ora di cancellazione.
Questo è accaduto perché il cellulare non è stato spento al momento del sequestro e quindi le chiamate e i messaggi ricevuti sul telefono hanno sovrascritto i dati presenti. Pertanto non è stato possibile risalire all’ora precisa in cui è avvenuta la cancellazione della chiamata partita dall’utenza di Jacopo Schiaffino all’utenza di Aparecida. Invece per il pm era del tutto evidente che a cancellare quei due contatti il 15 marzo 2010 alle 12.54 e alle 16.24 fosse stato lo stesso imputato. I contatti ci sono stati, ma questo non è rilevante perché ci sono altre chiamate di Aparecida conutenze diverse.
Non solo: per i periti non si può stabilire l’orario di cancellazione delle due chiamate di Schiaffino ad Aparecida perché risultano due comunicazioni successive al giorno dell’omicidio che sono andate a sovrapporsi a quelle precedenti. Per gli avvocati della difesa, Giuliana Feliciani e Valentina Antonini, la Aparecida ha avuto contatti con Jacopo Schiaffino ma li ha avuti anche con altre utenze. Ma le novità non finiscono qui: il perito, durante la visione del reperto sequestrato, ha potuto constatare unitamente ai consulenti del pm e della difesa, che alle ore 14.05 del 15 marzo dall’utenza telefonica dell’Aparecida è partito un sms con contenuto minaccioso («farai la fine del maiale») ad una utenza, due ore prima dell’omicidio.
Si tratta di un numero telefonico che la defunta custodiva in rubrica e tra questi numeri conservati in memoria non figura quello di Schiaffino. Per i periti, la vittima si era sentita con questa persona e la conferma proviene dal traffico storico dei tabulati. Sembrano insomma alleggerirsi gli elementi a carico di Schiaffino anche se lui resta al momento l’unico indiziato. Questo significa che c’è una pista alternativa? E’ una ipotesi. Il prossimo appuntamento è fissato per il 21 ottobre quando in aula davanti al gip Brusacà il capitano del Ris di Parma Nicola Staiti presenterà i risultati del Dna e delle tracce ematiche. Ieri mattina, nei corridoi al quarto piano del Palazzo di giustizia, commovente abbraccio tra la mamma Giuditta Luxardo e Iacopo. Il giorno prima gli aveva consegnato a Villa Andreino due maglie rossoblù del Genoa di cui lui è tifoso e lei gli ha chiesto se una l’aveva consegnata a un compagno di cella Lui ha risposto di sì.
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