Sarzana (La Spezia), 16 novembre 2010 - "Quindici giorni da solo su quell’isola deserta, al confronto sono stati una vacanza". Ci scherza su Sandro Salvestrini, ma dietro il sorriso si nascondono anni di dramma personale e di dura battaglia contro il mobbing subito sul posto di lavoro. «Sandrino il bancario», protagonista dell’edizione 2008 del celebre reality L’isola dei Famosi, ha appena vinto la causa intentata contro la banca Bnl di cui è dipendente, condannata dal giudice del lavoro di Spezia Gianpiero Panico per "mobbing e illegittimo demansionamento" con tanto di risarcimento, pagamento delle spese legali e delle spese mediche sostenute da Salvestrini in questi anni.

 

"Il mobbing è tremendo, ti scava dentro — racconta l’ex naufrago, 59 anni e ormai prossimo alla pensione — io ho avuto la fortuna di avere il sostegno della famiglia, i miei avvocati e... dell’Isola dei famosi". All’epoca dell’arrivo sotto i riflettori del reality-show Salvestrini stava già pagando sulla sua pelle gli effetti del mobbing sul posto di lavoro. "Prendevo medicine per la pressione e la tachicardia, ma dopo pochi giorni i medici della Rai me le hanno tolte tutte. Motivo? Non ne avevo più bisogno, lontano dal posto di lavoro ero tranquillo". Proprio i certificati medici firmati dai dottori in servizio al reality si sono rivelati decisivi nella causa intentata alla Bnl. E dire che l’esperienza sull’isola non era stata proprio una vacanza.

 

"Quindici giorni insieme al gruppo — racconta Salvestrini — altri quindici da solo su un’isoletta. Pensate, non ho mai parlato del mobbing. Poi il televoto e l’eliminazione a vantaggio di Manuela Villa, diventata di lì a poco la vincitrice di quell’edizione. Ma stavo bene, il vero incubo era un altro». E si è nuovamente materializzato al rientro nella sede spezzina della Bnl, dopo la partecipazione ad alcune trasmissioni Rai. Una vicenda giudiziaria partita nel 2002 quando Salvestrini ha cercato di farsi riconoscere la qualifica di «quadro prima categoria» attribuitagli dal 1992. «Tutto inutile — racconta — non mi hanno nemmeno riconosciuto le differenze retributive che ho recuperato solo con l’arrivo dell’ufficiale giudiziario".

 

Da quel giorno «Sandrino» è stato pian piano messo "ai margini dell’ufficio, emarginato dall’attività produttiva. Isolato, con tutte le conseguenze del caso a cominciare dalla depressione". Nel 2006 è partita la causa per mobbing nei confronti della banca, poco dopo sul tavolo di Salvestrini è arrivata la lettera di trasferimento all’ufficio di Pietrsanta, "a 48 chilometri da Spezia, guarda caso due in meno dei 50 previsti per il ‘trasferimento non concordato’. Anche nella nuova sede la situazione non è cambiata, ho lavorato al secondo piano, lontano dal pubblico. Ero nuovamente isolato da tutto, senza la possibilità di partecipare a corsi di aggiornamento e per otto mesi mi hanno lasciato con la stampante rotta. Ma ho tenuto duro, sapevo di avere ragione e di poter vincere la causa, grazie anche al lavoro dei miei avvocati Roberto Valettini e Monica Silvestri di Aulla". Finito l’incubo, Sandrino pensa alla pensione (a giugno) e al ritorno sul piccolo schermo.