La Spezia, 25 agosto 2011 - L’INCHIESTA da manuale della Guardia di Finanza per risalire ai trafficanti internazionali di cocaina - dopo la scoperta in porto del maxi carico da una tonnellata occultato dietro lo schermo di una paratia approntata in un container - è passata anche dal rischio degli investigatori di essere... presi a bastonate. Sangue freddo e una eccellente capacità di recitazione hanno evitato che venisse compresa la loro effettiva attività in quel di Pallerone, quando preparavano il blitz che ha portato agli arresti.

 


Sì, c’è stato chi, vedendoli armeggiare nei pressi di una cabina dell’Enel - con barba lunga e vestiti qua e là sdruciti - li ha scambiati per degli zingari ed è sceso in strada con una mazza sollecitandoli a prendere il largo dal paese. «Che fate lì?Volete rubare il rame come fate spesso? Andate via, qui non vi vogliamo». Ha detto un abitante del luogo che risiede in una casa nei pressi della cabina dell’Enel. I finanzieri, in quel momento, stavano approntando un sistema per l’effettuazione delle intercettazioni telefoniche e delle riprese video per immortalare chi si sarebbe introdotto nel capannone dei mobilifici Gargiolli dove, l’11 agosto, erano giunti i quattro container accompagnati dai documenti di spedizione che attestavano la presenza all’interno di mattonelle. Gli investigatori, col bastone che roteava davanti ai loro occhi, non hanno battuto ciglio.

 


«TRANQUILLO, siamo degli operai dell’Enel; stiamo facendo un controllo alla linea...». Così hanno rassicurato l’uomo che li aveva scambiati per dei nomadi in ’missione’ a Pallerone per compiere dei furti. Lui, tra sfida e opportunità, ha colto la palla al balzo: «Se siete davvero dei tecnici dell’Enel, protreste darmi una controllata all’impianto elettrico di casa, ogni tanto fa cilecca...».

 


CHE FARE? Stare al gioco, ovviamente. I finanzieri sotto mentite spoglie hanno continuato a recitare la parte. «Ma certo... facciamo un sopralluogo». Detto, fatto, con rassicurazione di rito, al termine della verifica: «Niente di grave, ora facciamo un rapporto agli uffici centrali dell’Enel... stia tranquillo, i problemi saranno risolti». Stretta di mano e via. Nei giorni successivi i finanzieri si sono presentati a Pallerone con le tute degli operai dell’Enel e furgoncino dotato di logo dell’ente elettrico. Tanto per non destare sospetti.

 

E hanno proseguito il lavoro che poi, il 17 agosto, li ha portati a coronare l’investigazione con i fermi di Giordano Gargiolli, Juan Carlos Romero Pereze, Juan, Pablo Ramirez Carnival e Alessandro Bernucci; questo, giunti nel capannone con l’obiettivo di prelevare i carico di cocaina per distribuirlo sulle auto dotate di apposito doppio fondo, hanno avuto la sorpresa di trovare i finanzieri con le armi spianate. Questa volta in divisa.