La Spezia, 23 aprile 2012 - OLTRE MILLE pratiche presentate da ex militari per l’ottenimento dei benefici previdenziali riconosciuti dalla legge agli ’esposti’ all’amianto restano congelate nel freezer. Accade all’Inail della Spezia per effetto di un provvedimento cautelare della Corte dei Conti di Genova che, dopo quanto emersw nel capoluogo ligure a proposito dell’erogazione dei benefici a chi non ne aveva diritto, ha disposto il sequestro di tutti gli archivi sparsi per la Regione contenenti le pratiche in corso di istruttoria. A fronte di questa situazione l’Associazione famiglie esposti amianto scende in campo per dire: «D’accordo la necessità delle inchieste per stanare chi ha bluffato, ma è assurdo che non siano bastati tre anni e mezzo per fare chiarezza». Sì, perchè il sequestro degli archivi risale al 2008. E da quel momento le pratiche sono diventate intoccabili. «Alla Spezia sono circa un migliaio - dicono Pietro Serarcangeli e Valter Savio (nella foto), rispettivamente presidente e vice dell’Afea -; si tratta di persone che, come riconosciuto dai curriculum lavorativi certificati dal Ministero della Difesa sono stati esposti per 10 anni alle fibre-killer dell’amianto a bordo delle navi.
IN MOLTI, nel frattempo, si sono ammalati e per loro è scattato l’accesso all’altro binario, quello relativo alla malattia professionale. Ma il diritto ai benefici previdenziali è riconosciuto per legge a tutti coloro che hanno dimostrato di essere stati ’esposti’ per 10 anni». Di qui la protesta per l’impasse ma anche per le ’pretese’ dell’Inail di rimettere in discussione le certificazioni ministeriali:
«CI È STATO detto che sono in corso approfondimenti per stabilire un percorso più puntuale di valutazione degli atti, come se non bastassero quelli certificati dal ministero, attraverso uno speciale gruppo di lavoro. Abbiamo l’impressione che si faccia solo melina per evitare un esborso che sarebbe considerevole. Ma che è dovuto a chi, sulla propria pelle, vive ogni giorno nell’incubo di entrare nel tunnel della malattia».
Dall’ansia alla rabbia il passo è breve: il 27 aprile gli attivisti dell’Afea faranno sentire la loro voce davanti alla sede provinciale dell’Inail con un presidio a sostegno delle loro rivendicazioni.
Corrado Ricci
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