La Spezia, 9 agosto 2012 - Oltre 300 marinai sarebbero già morti di mesotelioma pleurico dal 1981 a oggi dopo avere prestato servizio su un centinaio di navi della Marina Militare, principalmente di stanza a La Spezia e Taranto, in cui vi erano strutture in amianto. Sono i dati dell'inchiesta, aperta dal pm torinese Raffaele Guariniello e che vede indagata una ventina di ufficiali. Tra questi capi di Stato maggiore, direttori generali della naval coast army, direttori della sanita' militare e comandanti in capo della squadra navale.


Il magistrato ha prescritto la bonifica delle imbarcazioni ancora in uso. Tutti gli indagati devono rispondere di omissione colposa di cautele antinfortunistiche, mentre si valutera' caso per caso l'ipotesi di omicidio colposo. Le indagini, effettuate dagli organi di vigilanza interni alla Marina, hanno evidenziato la mancanza di impianti di aspirazione localizzata sulle navi, soprattutto durante le operazioni di manutenzione, pulizia e riparazione, e l'assenza di presidi sanitari a difesa degli operatori che vi hanno prestato servizio. L'inchiesta sulla Marina corre parallelamente a quella, avviata dallo stesso Guariniello, sull'amianto a bordo dei mezzi in dotazione all'Esercito. Anche in questa erano stati registrati oltre 300 morti per patologie correlate all'inalazione del pericoloso minerale.