Livorno, 13 febbraio 2010 - È potabile, è fresca. Le sue caratteristiche chimico-fisiche, microbiologiche e organolettiche sono elevate. E soprattutto è gratis, il che vuol dire che tutti i cittadini potranno berla. Stiamo parlando dell’acqua Asa «Alta Qualità»: un’acqua più gradevole, meno «dura» rispetto a quella del rubinetto (che è comunque potabile) e perciò, in sintesi, simile alle acque minerali leggere che siamo abituati a comprare.
Manca veramente poco per avere anche a Livorno tre fontanelle di distribuzione di questa acqua: una, quella all’ingresso della sede di Asa, è già attiva, le altre due (via Torino e Tre Ponti) lo saranno a breve. «Stiamo aspettando l’allaccio dell’Enel per la fontanella in largo Christian Bartoli — ci spiega il vicesindaco Marta Gazzarri — dopodiché siamo pronti per realizzare in 10 giorni la struttura protettiva della fontanella. Quella di via Torino, invece, sarebbe già pronta ma vogliamo inaugurarle in contemporanea».
Si tratta di un progetto importante che può permettere ai cittadini di risparmiare diversi soldi, riavvicinandosi alle vecchie abitudini di usare contenitori riciclabili, tutelare l’ambiente e soprattutto ridurre il consumo degli imballaggi, in primis delle bottiglie di plastica: quindi un servizio in più fornito da Asa per inquinare di meno. Ma perché un progetto di tale portata non viene pubblicizzato a dovere? A spiegarcelo è la dottoressa Barbara La Comba, responsabile del laboratorio di analisi di Asa e del progetto «Acqua Alta Qualità».
«Prima di lanciare la campagna pubblicitaria — spiega La Comba — voglio essere sicura che tutto funzioni alla perfezione. Siamo in fase di collaudo e per ora hanno collaborato al progetto 11 Comuni, alcuni ipersensibili come Castagneto e Riparbella, altri meno. Quella di Castagneto è un autentico orologio svizzero e funziona a meraviglia».
In pratica l’acqua che esce dalle fonti di alta qualità subisce un trattamente che le toglie il cloro e ne riduce sensibilmente la presenza del calcare. Viene erogata, dunque, la stessa acqua normalmente distribuita dall’acquedotto, che è già buona e sicura poiché controllata quotidianamente. La differenza risiede nel fatto che un impianto di trattamento interno alla fontanella farà sì che sgorghi acqua particolarmente gradevole dal punto di vista organolettico perché priva di cloro e più leggera: sarà filtrata, refrigerata, declorata su carbone attivo e, infine, corretta nella sua salinità, fino a ottenere l’acqua di «Alta Qualità». Infatti il cloro che, per legge, viene aggiunto all’acqua potabile, pur essendo indice di salubrità, dà alla stessa un sapore particolare. Sapore tuttavia facilmente eliminabile, dato che è sufficiente lasciar riposare l’acqua in un contenitore per un paio d’ore affinché il cloro evapori.
Senza cloro, però, l’acqua corre il rischio di contaminazioni batteriche. «Per questo abbiamo installato una colonnina informativa accanto alle fontanelle — spiega La Comba — in modo tale che la gente sappia il corretto uso che ne va fatto di questa acqua. Due regole su tutte: va tenuta in frigo come se fosse latte e va consumata nel giro di 48 ore al massimo.
Quindi l’invito da fare ai cittadini è quello di non fare il pieno con grandi scorte perché senza il cloro aumenta la carica batterica». E le soluzioni «fai da te» come le caraffe? «Bisogna avere molta cautela con gli impianti casalinghi — conclude Barbara La Comba — perché c’è un rischio altissimo di un loro cattivo uso a causa della scarsa informazione che viene data. La nostra idea è quella di promuovere incentivi per l’installazione dei nostri impianti nei condomini, almeno quelli di nuova costruzione, in modo che dal rubinetto sgorghi acqua sicura e di qualità».
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