Livorno, 31 maggio 2011 - La mortalità femminile nei territorio di Livorno e Collesalvetti è più elevata rispetto alla media regionale. Quella maschile invece è in linea (mentre nel passato non lo era). Tra le cause di decesso con una frequenza superiore alla media regionale ci sono i tumori sia per gli uomini sia per le donne. Più specificamente: per gli uomini l’infarto e le patologie all’apparato digerente sono le cause più frequenti di morte. Per le donne: le patologie sempre del sistema circolatorio e tra le malattie dell’apparato digerente la cirrosi epatica. L’esposizione all’amianto, legata esclusivamente all’attività lavorativa, che ha causato e sta causando l’insorgenza dei tumori alla pleura con esito letale, non ha invece fatto differenza tra uomini e donne: i mariti esposti alle fibre di amianto ne hanno portato i residui tra le mura domestiche e questi hanno contaminato anche le mogli che di conseguenza si sono fatte portatrici degli stessi fattori di rischio per il tumore della pleura.
Questo quadro è emerso ieri dai lavori delle commissioni VI del Comune di Livorno e I del Comune di Collesalvetti riunite in sedute congiunta in municipio a Livorno. All’ordine del giorno c’era infatti lo stato sulla salute delle popolazioni di Livorno e Colle. L'istituto Tumori Toscano ha infatti finanziato il progetto di studio che sta conducendo l’unità di biostatistica di Firenze legato all’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica e deus ex machina dello studio è il professore Annibale Biggeri e ricercatrice capofila è Michela Baccini. Il progetto ha preso il via l’8 ottobre 2010 e terminerà il suo iter nell’agosto 2012. Questo studio ha per oggetto il profilo di salute della popolazione residente nell’area compresa tra Livorno e Collesalvetti e la comunicazione del rischio relativo alle esposizioni ambientali e la elaborazione di raccomandazioni e linee guida utili alle autorità locali per interpretare le preoccupazioni le aspirazioni dei cittadini e per comunicare il rischio.
Livorno e Colle come noto sono in un’area classificata «sito di interesse nazionale» secondo la direttiva Seveso per la presenza di impianti industriali e del polo petrolchimico. Il professor Biggeri è stato convocato ieri nella seduta congiunta delle due commissoni. Qui ha illustrato i primi dati disponibili del progetto di ricerca. Con lui c’era anche lo staff di Firenze che lo affianca, la dottoressa Grazia Marinari del dipartimento prevenzione e salute dell’Asl 6 e il dottor Marco Battaglia sempre dell’Asl 6. Il periodo di tempo sotto la lente di ingrandimento va dal 2001 al 2006 in relazione al quale si è andati ad indagare il profilo della mortalità e la prevalenza per causa. Ma si è tenuta d’occhio anche l’evoluzione della mortalità retroattivamente dal 2006 fino al 1971 prendendo come riferimenti i dati ufficiali delle certificazione di morte (dal 1971 al 2006) e dei ricoveri e delle dimissioni ospedalieri (archivio regionale 1996-2006). Il professor Biggeri ha sottolineato però: «Dal 1975 al 1985 la situazione era pessima. Solo tra il 1985 e il 2006 la situazione si è stabilizzata per i tumori nei territori di Livorno e Collesalvetti.
Da una parte però non c’è stata una flessione delle malattie tumorali, dall’altra è aumenta l’aspettativa di vita». Nello studio dell’equipe fiorentina infine è emerso che «tra gli uomini i tumori al fegato hanno un’incidenza maggiore del 20% rispetto alla media regionale; i tumori della pelle (melanoma) sono il 51% in più rispetto alla media regionale. Tra le donne la frequenza del tumore al fegato è superiore alla media regionale del 9%. Anche i tumori alla mammella e ovaie superano la media regionale hanno una frequenza maggiore del 10% circa correlata alla media regionale».
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