Livorno, (Rosignano), 16 gennaio 2013 - Cosa succederà se i lavoratori non approveranno l’ipotesi di accordo? Questa ipotesi è l’alternativa alla cassa integrazione, così ci ha detto Solvay. Un accordo in cui ci abbiamo messo la faccia, ci confronteremo con i lavoratori che siamo certi daranno prova di responsabilità e serietà.
Passa dall’assemblea dei lavoratori l’ipotesi di accordo siglata lunedì sera nella sede livornese di Confindustria tra i vertici Solvay, diretta da Michelle Huart, e le Rsu coordinate da Marco Baldini. Risultato delle trattative condotte dalle Rsu, che ieri hanno spiegato l’ultimo atto della loro gestione, perché a fine febbraio, dopo il triennio canonico più un anno, chiudono il loro mandato.
Ipotesi di accordo le cui linee principali sono state sintetizzate nel volantino distribuito ieri ai lavoratori. Giornata, quella di ieri, in cui è stato sospeso lo stato di agitazione col blocco degli straordinari partito alla vigilia di Natale. Con Baldini anche Stefano Strabone, Uilcem, Bruno Grossi, Cisl, Alessandro Lami, Cigl. Una doppia assemblea, nel pomeriggio di venerdì 18 e lunedì 21, su cui verrà relazionata l’azienda.
In un momento come questo occorre avere senso di responsabilità. Diversamente non saremmo credibili, è chiaro Lami. Solvay mantiene per il 2013 e il 2014 la stessa cinquantina di milioni del 2012 di investimento annuo. E ancora una volta nell’ipotesi di accordo non licenzia né ricorre alla cassa integrazione. Il salario sarà tutelato e mantenuto. Questa riorganizzazione, per quanto tragica, ci permette di vedere con ottimismo il futuro col mantenimento di tutte le attività produttive e la conferma dello stabilimento a Rosignano, fa presente Grossi.
Solvay prosegue nella riduzione complessiva del 10% dei dipendenti iniziata nel giugno 2012 e che porterà nel giro di due-tre anni a un’altra cinquantina in meno dopo la decina fin qui. Continuando il blocco del turn over, non reintegrando i pensionamenti e, in sostanza, spostando i lavoratori laddove occorrano. Se non ci saranno posizioni eccedenti, ci sarà l’inserimento di giovani. Dieci persone in meno tra sodiera e bicarbonato, 4 al settore cloruro, una al perossidati, due a Ponteginori: sono queste le riduzioni al momento note. Con la nuova organizzazione la sodiera, che ora va sulle 1.900-2000 tonnellate, può arrivare fino a un massimo di 2.300, dunque si abbassa la soglia di redditività prima a 2.800.
"È il punto di partenza dell’accordo, che l’azienda si impegna ad aumentare o con organico o con investimenti. Il tutto è legato alla questione salamoia. Non siamo nelle condizioni di alimentare la sodiera". Le parti seguiranno con incontri bimestrali fino al 30 giugno la riorganizzazione con una commissione di lavoratori per valutarne consolidamento, professionalità, individuando azioni correttive ai problemi.
di Cinzia Gorla
© Riproduzione riservata