Livorno, 17 agosto 2013 - UN VECCHIO adagio recita che il cane é il migliore amico dell’uomo. Una verità assoluta per chi ama gli animali, un’esagerazione per chi non ne ha mai avuti in casa, una certezza per la famiglia Menicagli, viva grazie alla propria amica a quattro zampe. A giugno abbaiò fino a quando riuscì a svegliare il suo padrone che, sentito l’odore del fumo, chiamò immediatamente i vigili del fuoco, scongiurando così l’esplosione in una palazzina in via Settembrini, all’interno del quartiere la Rosa.

FU LA DETERMINAZIONE della golden retriever di un anno e mezzo ad evitare che quella notte di inizio estate si tingesse del rosso tipico della tragedia. Per questi motivi a Mia é stato attribuito il «Premio internazionale fedeltà del cane», celebrato ieri a San Rocco di Camogli, piccola località nei pressi di Genova. Quella notte la disperazione e il disagio di Roberto Masotti, 53 anni esplosero e fecero compiere all’uomo un gesto inconsulto. Infatti in piena notte il disoccupato cercò di suicidarsi, appiccando il fuoco al proprio appartamento. Quando il fumo iniziò ad invadere il suo appartamento, Masotti, in evidente stato confusionale, scappò sulla balaustra, minacciando di gettarsi nel vuoto. L’intervento delle forze dell’ordine impedirono all’uomo di farla finita. Masotti venne portato in ospedale e, successivamente, fu denunciato con l’accusa di incendio doloso.

MIA FU L’UNICA, grazie a quell’istinto tipico degli animali e sconosciuto a noi umani, a rendersi conto della gravità della situazione. «All’inizio pensammo che ci fosse qualcuno per le scale — ricorda Carolina Menicagli — Mia però non smetteva, abbaiava e ringhiava come non aveva mai fatto in vita sua. Allora ci siamo alzati, mio padre ha aperto la porta e ha visto il fumo che usciva dalla porta del nostro vicino». In pochi minuti i vigili del fuoco giunsero sul posto, mentre i Menicagli avvertirono le altre quattro famiglie del condominio di scendere velocemente e senza indigi per strada. Ieri il meritato riconoscimento per un cane diventato in poco tempo l’eroina di un intero quartiere.

«FA MALE pensare alla situazione del nostro vicino, sono certa che abbia compiuto quel gesto per disperazione, perché sta male e voleva attire l’attenzione sulla sua condizione di disagio — aggiunge Carolina Menicagli — Spero che questo episodio possa far capire, a chi ancora ha le idee poco chiare, che avere un animale in un condominio non è un fastidio ma una vera e propria risorsa».
Christian Campigli