Livorno, 10 febbraio 2017 - Il vescovo monsignor Simone Giusti ha formalmente aperto il processo ecclesiastico per la beatificazione di Olimpia Sgherri, l’insegnante livornese che per decenni si è occupata, spesso in totale solitudine, dei diseredati e in particolare dei portatori d’handicap, chiamata negli ambienti religiosi la “madre Teresa di Calcutta” labronica. Scomparsa tre anni fa all’età di 84 anni, Olimpia aveva passato gli ultimi tempi ospite dell’istituto delle suore di Santa Caterina, ancora impegnata con la preghiera- giorno e notte, come hanno testimoniato le suore stesse- e con l’aiuto diretto alle altre anziane.
Terziaria francescana, iscritta all’Ordine della Regalità, fondatrice insieme a Riccardo Ripoli ed altri dell’associazione “Amici della Zizzi”, ideatrice delle iniziative livornesi per la parrocchia di padre Damioli e per i giovani diversamente abili tra le quali il noto campeggio di Castiglioncello, Olimpia Sgherri fin da giovanissima si è sempre dedicata agli altri, dichiarandosi con il suo ben conosciuto dolce sorriso, “innamorata di Gesù”. Nei tempi più difficili del disagio cittadino, Olimpia era diventata quasi in permanenza abitante delle baracche della Fortezza Nuova e di Coteto, portandovi in aiuto dei più umili tanti giovani volontari, tra i quali Vincenzo Savio, diventato poi vescovo ma costantemente vicino a Olimpia che era stata la sua madrina al momento della scelta del sacerdozio.
Nel terzo anniversario della morte di Olimpia, che sarà celebrata sabato prossimo con una Messa alle 17 in San Sebastiano, è nata a Livorno a suo nome, per iniziativa di un gruppo di amici e ex collaboratori, l’associazione volontaria per la raccolta di donazioni alla comunità “Fraternity Mungaragara” in Tanzania; dove il livornese Lorenzo Cantù, altro allievo e collaboratore di Olimpia Sgherri e nipote di Carlo Azeglio Ciampi, insegna ai bambini di un villaggio ed è impegnato a far loro proseguire gli studi. L’associazione pro Tanzania nel nome di Olimpia si appoggia a Livorno agli “amici della Zizzi” ben noti per le molteplici attività a supporto dei giovani meno fortunati. Il processo di beatificazione, avviato da monsignor Giusti, sta raccogliendo decine di testimonianze provenienti anche dall’estero, sulle opere e specialmente sulla generosa spiritualità di Olimpia.