Livorno, 15 gennaio 2016 - Non si fa attendere la risposta, in punta di legge, dell’ex presidente di Aamps Aldo Iacomelli che ha impugnato l’atto di revoca del cda firmato dal sindaco Nogarin. Bolla il provvedimento come «illegittimo» e «errato». «E’ stato violato il regolamento comunale che non consente la revoca ad nutum (intimato senza che la persona possa opporsi e senza che l’eventuale motivazione abbia rilevanza giuridica) degli amministratori». La lettera, inviata al sindaco, al presidente del consiglio e al presidente del collegio dei revisori, spiega l’iter seguito dal primo cittadino «che ha omesso di svolgere il giusto procedimento conculcando i diritti dello scrivente e adottando un provvedimento di insuperabile illegittimità». Ma c’è di più. «Gli amministratori di Aamps – scrive l’ingegnere – non sono suoi mandatari, né meri esecutori delle sue volontà. L’ente socio, secondo diritto, formula le sue indicazioni e i suoi obiettivi e l’ente li recepisce, attuandoli in modo autonomo e critico». Ed ancora «la società pubblica e i suoi amministratori devono essere efficienti, non obbedienti, autonomi, non sottoposti». E’ per queste ragioni che il provvedimento di revoca firmato dal sindaco è ritenuto dall’ex presidente «illegittimo, visto che è espressione di una concezione autoritaria e perciò contra legem del legame tra il sindaco e la società comunale». Poi rincara: «Il rapporto fiduciario tra l’amministratore e chi lo nomina consente la rimozione del primo quando non obbedisce alle prescirzioni del secondo».
All'illegittimità si aggiunge anche un’altra contestazione «il provvedimento è errato». «La situazione economico finanziaria di Aamps è stata affrontata dal Comune in modo approssimativo». Iacomelli mette in fila le date degli incontri, delle assemblee dei soci per arrivare a scrivere che: «Il cda è stato prudente, non inadeguato; è stato accorto non inesperto; ciò a tutela degli interessi aziendali, che prevalgono sulle aspettative autoritarie del socio». Infine: «Gli amministratori di Aamps non hanno ritardato l’esecuzione degli ordini ma affrontato un pessimo momento aziendale coniugando la soluzione concordataria (pretesa dal sindaco) con il mantenimento dell’efficienza dei servizi. Non hanno difettato di esperienza anzi è stata la loro capacità gestionale che ha imposto di svolgere una istruttoria economia prima di catapultare l’azienda in tribunale. Ed è stata la loro prudenza che li ha fatti desistere dallo stabilizzare 33 lavoratori, in mancanza di risorse e di prospettive di finanziamento». E chiude: «Tutto questo basta a respingere ogni sua accusa e offesa». Iacomelli difenderà il proprio operato e tutelerà in ogni sede la propria integrità professionale.