Livorno, 5 marzo 2016 - Per riuscire a trovare 80 infermieri da assumere a tempo indeterminato negli ospedali toscani ne hanno dovuti consultare oltre duecento. Può sembrare un paradosso in tempi di disoccupazione galoppante e sono soprattutto i giovani ad aver bisogno di un lavoro, ma è anche l’inevitabile conseguenza di un sistema Italia in cui andare a lavorare fuori sede, con uno stipendio base, magari di poco superiore ai mille euro, è quantomeno impegnativo. A denunciare il fatto è stata l’assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi, che ha perso la pazienza davanti ai numeri e soprattutto ai tempi burocratici necessari per ‘scorrere’ la famosa graduatoria. Che al momento è l’unica esistente e scadrà alla fine del prossimo aprile.
La Regione infatti sta già preparando il prossimo concorso per infermieri che intende fare entro l’anno. "Anche se – si mette le mani nei capelli Saccardi – non sarà un’impresa semplice: abbiamo saputo che in Veneto per lo stesso tipo di concorso si sono presentati decine di migliaia di concorrenti". Ma torniamo alla famosa graduatoria Estar. Nel corso del 2016 – fa presente il direttore Nicolò Pistelli – abbiamo già calcolato che sull’intero territorio toscano avremo più o meno bisogno di assumere almeno 350 infermieri. Quindi chi oggi è in graduatoria potrebbe di fatto avere la certezza di una assunzione a tempo indeterminato entro la fine dell’anno. Il problema è dove. Sì, perché quell’elenco è stato formato a seguito di un concorso da infermiere professionale per quella che, dal 1 gennaio scorso, è diventata l’area vasta centro (quindi Firenze, Prato, Empoli e Pistoia). Chi quindi si sente offrire un posto di lavoro ad Arezzo, Siena, Grosseto o Lucca, per fare qualche esempio, ha tutto il diritto di dire di no e di aspettare un’altra chiamata, magari logisticamente più favorevole.
A norma dell’attuale legge potrà essere cancellato da quell’elenco solo nel caso dicesse di no a un posto da infermiere nell’area toscana centro. Sul punto scuote la testa l’assessore Saccardi: «La normativa è farraginosa e ci impone anche tempi di attesa abbastanza lunghi per riuscire ad avere le risposte. Noi di infermieri abbiamo bisogno subito, anche per le esigenze di riorganizzazione delle nuove asl e per assumerne uno ci vogliono mesi». I perché dei rifiuti? «Qualcuno già lavora, anche se a tempo determinato e spera di essere confermato lì, altri non volevano spostarsi, ad altri ancora non piaceva proprio la destinazione proposta». E allora? Per le regola di questa graduatoria l’assessore sa bene di non poter fare nulla, ma il bando per il prossimo concorso, grazie anche alle consolidate regole del Jobs act, potrebbe cambiare le carte in tavola. Intanto il concorso sarà su base regionale e chi dirà no alla prima chiamata sarà definitivamente fuori dalla graduatoria. Gli oltre 300 attualmente ‘in ballo’ sono avvertiti.
"Di infermieri – insiste Saccardi – c’è bisogno, non vogliamo ospedali pieni di precari, interinali e assunti a tempo determinato. Il precariato in sanità è dannoso perché ciò che investi in termini di preparazione e formazione non può essere sprecato".