Lucca, 20 luglio 2015 - Ancora un rinvio per la delicata vicenda giudiziaria relativa alla tragica fine di Alessandro Favilla, il bimbo di dieci anni morto soffocato davanti ai genitori il 25 ottobre 2012, nell’abitazione di via Orzali. Ieri mattina si è aperta l’udienza preliminare davanti al gup Silvia Mugnaini per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio di 4 medici formulata dalla Procura: due pediatri all’epoca in servizio all’ospedale di Lucca, Marco Montesanti ed Elisabetta Spadoni, più il pediatra di guardia medica Graziano Vierucci e il pediatra di famiglia Giuseppe Fontana. Dopo aver ascoltato gli imputati Montesanti e Vierucci, il giudice ha deciso di aggiornare l’udienza al 3 novembre per concludere la discussione e dare tempo alla parte civile dell’avvocato Enrico Marzaduri di consegnare un’ulteriore perizia del professor Roberto Da Porto. I difensori Anna Francini e Francesca Lenzi per i medici Fontana, Montesanti e Vierucci hanno infatti presentato due nuove perizie firmate entrambe dal pneumologo Giovanni Rossi del pediatrico «Gaslini» di Genova. Valutazioni che riguardano di fatto anche la posizione del dottor Fontana, difeso dall’avvocato Lodovica Giorgi. Secondo la consulenza del professor Rossi, la morte del piccolo Alessandro fu causata da una crisi respiratoria dovuta a stemosi tracheale e al catarro di cui erano pieni i polmoni, proprio come sostiene il consulente della parte civile. Ma secondo il perito della difesa la crisi fatale si manifestò e si concluse nel giro di 33 minuti e non sarebbe stata in alcun modo prevedibile nelle visite mediche a cui era stato sottoposto il bambino nei giorni precedenti, su richiesta dei genitori. Conclusioni che la parte civile si appresta a contestare con altri documenti il 3 novembre. «Saranno passati più di 3 anni dalla tragedia – commentano i genitori Alessia e Emanuele Favilla – noi aspettiamo con fiducia che sia fatta giustizia per nostro figlio...». L'udienza preliminare decisiva sarà dunque quella del 3 novembre. L’esito non è scontato. Potrebbero anche arrivare richieste di riti abbreviati. A questa fase si è giunti con un iter travagliato. Nel marzo scorso, infatti, si era tenuta un’udienza davanti a un altro gip, il dottor Giuseppe Pezzuti, in cui si era discussa la richiesta di archivazione presentata dalla Procura per tutti gli otto medici indagati. Il gip Pezzuti aveva disposto 4 archiviazioni e 4 imputazioni coatte («entro 10 giorni») per concorso in omicidio colposo aggravato da colpa medica. Il pm Fabio Origlio, recependo la decisione del gip, aveva firmato il documento con cui si formula il capo di imputazione.