Lucca, 20 gennaio - Chiude con la politica, lasciandosi alle spalle un’esperienza che l’ha portato fino alla presidenza del Senato. Marcello Pera, lucchese, professore universitario di filosofia, è sceso in campo nel 1996 con Forza Italia approdando subito in Parlamento. Nella prima legislatura ha firmato la riforma costituzionale sul «giusto processo». Nella seconda è stato eletto alla guida di Palazzo Madama, dal 2001 al 2006. Grande amico di Benedetto XVI, nel 2004 (quando Ratzinger era ancora cardinale) ha scritto con lui un libro a quattro mani. Pera spiega l’addio al Pdl e alla politica in questa lettera inviata al nostro giornale.
"Con la presentazione imminente delle liste elettorali - scrive Pera -, termina la mia presenza in politica. La ragione è assai semplice: ritengo che il mio contributo si sia esaurito, anche se non credo che si sia esaurito quel bisogno di rinnovamento, la cosiddetta «rivoluzione liberale», che molti anni fa portò in Parlamento me ed altri come me, i cosiddetti «professori di Forza Italia». Allora c’era una crisi politica grave. Oggi ce n’è una gravissima non solo finanziaria, economica, sociale, istituzionale, ma anche morale e spirituale. Persino chi sollevava tante ironie sul mio (e non solo mio) laico invito al recupero del cristianesimo come insieme di valori fondanti della nostra società, si sta accorgendo che, mentre invochiamo i più strampalati e perniciosi «diritti fondamentali», perdiamo identità. Così come chi invocava l’Europa come scudo contro i nostri vizi nazionali si sta avvedendo che non abbiamo più sovranità. Se, di fatto, siamo stati annessi al Reich, non è tanto a causa di una congiura tedesca - che pure c’è stata, perché i tedeschi sanno far bene i tedeschi - ma soprattutto perché non abbiamo fatto la rivoluzione italiana".
"Anche per questo l’ultimo mio contributo alla vita parlamentare - continua - è stato un disegno di legge per convocare un’Assemblea costituente di settantacinque membri non parlamentari incaricata di riscrivere, in un anno, il testo dell’intera Costituzione, da sottoporre poi a referendum confermativo. La Costituzione vigente è oggi così logora che è diventata un canovaccio per spettacoli comici, oppure un testo che si legge come comanda la moda: prima era anti-fascista oggi è anti-populista; prima era patriottica oggi è europeista. La mia proposta è caduta nel nulla, ma penso (e temo) che a scrivere un nuovo patto fra Italiani ci arriveremo quando la crisi sarà ulteriormente precipitata. Chiudendo la porta, resisto facilmente alla tentazione del bilancio. Solo ringraziamenti e una speranza. I ringraziamenti maggiori li devo agli elettori, in primo luogo i lucchesi e i toscani. La speranza riguarda ciò che sta accadendo nel mio ormai ex-partito, anche se, avendone sconsigliato la nascita, il PdL «mio» non lo è mai stato veramente".
"Per varie responsabilità - continua Pera - che saranno oggetto di storia, alcune personali (in primo luogo le mie per la mia parte), altre contingenti (le difficoltà della coalizione di centrodestra), altre ancora di fondo (il tessuto della nostra società), un’occasione è passata. Perché ne nasca un’altra, occorre che avanzi e diventi protagonista una nuova generazione. Sarà dura. Ma spero che questa esigenza sia presa in seria considerazione da parte di coloro (o di Colui) che in queste ore stanno compilando le liste. L’ultima volta in Toscana (e anche altrove) non fu uno spettacolo raccomandabile, e per evitare la ripetizione dell’esperienza sarebbe il caso di chiedere ai selezionatori locali di cambiare criteri, oppure di convincere il Selezionatore Unico Nazionale a cambiare gusti".
"Ai nuovi colleghi - conclude Pera n - che verranno esprimo il mio augurio, rafforzato da una personale convinzione: le prossime elezioni saranno il preludio di altre prossime elezioni, perché, né con la vittoria della destra, né con quella della sinistra, neppure arricchita dal «nuovo» centro che ora le viene in soccorso, dalle urne uscirà una maggioranza politica coesa e stabile. Credo che l’unica elezione davvero importante che si terrà nel 2013 sia quella che, se fosse vero che la Costituzione vigente vale ancora qualcosa, non dovrebbe essere importante: l’elezione del Presidente della Repubblica".
Insomma, una figura di spicco per l’intera provincia, il primo lucchese a diventare presidente del Senato e quindi il concittadino che ha finora ricoperto il più importante incarico istituzionale in Italia. Marcello Pera lascia il Pdl e la politica in generale e si può senza dubbio affermare che per il nostro territorio si chiude un’epoca. Un’attività intensa, la sua, soprattutto dal 1996 al 2007, che ha segnato tappe significative nella storia recente della comunità in cui viviamo. Il professore, che come tutti i grandi personaggi ha avuto molti amici ma anche qualche nemico, è stato il primo coordinatore provinciale di Forza Italia, carica che ha mantenuto per cinque anni. Artefice della candidatura a sindaco di Pietro Fazzi, con cui poi ha avuto scontri anche feroci, è dal 2001 al 2005 (quando è diventato la seconda carica dello Stato) che Pera ha dato importanti contributi a Lucca.
Si deve a lui l’istituzione della Soprintendenza, ma anche la nascita di «Imt», l’istituto di Alti studi di cui è stato ideatore e promotore, e che è diventato il fiore all’occhiello internazionale dell’istruzione lucchese. Merito suo anche la statizzazione dell’istituto musicale «Boccherini», la creazione del comitato nazionale per le celebrazioni in onore di Giacomo Puccini, ma anche una serie di finanziamenti arrivati in fasi successive a diverse amministrazioni locali del territorio. Tra le idee portate avanti anche quella di un collegamento autostradale Lucca-Modena, con il fatidico «Lotto Zero» che ne sarebbe stato il primo tratto ma che poi, per varie contestazioni e disaccordi tra gli enti, non è stati mai realizzato. L’ultimo impegno attivo di Pera in campagna elettorale è stato nel 2007, quando ha sostenuto la candidatura a sindaco di Mauro Favilla: ci fu la vittoria, per molti insperata, contro l’avversario Tagliasacchi, grazie anche al fatto che l’ex presidente del Senato riuscì a portare per ben due volte Berlusconi a Lucca, al primo turno e al ballottaggio: memorabile il comizio del Cavaliere in piazza Grande. «Grazie agli elettori lucchesi», scrive Pera nella sua lettera di addio a Pdl e politica. Ma anche Lucca deve ringraziarlo per molte delle cose che ha fatto.
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