Lucca, 27 ottobre 2013 - Un codice dedicato alle persone con disabilità al fine di risparmiare attese estenuanti e spesso ingestibili al pronto soccorso. E’ la richiesta di una madre dell’Anffas che racconta la sua disavventura al pronto soccorso. «Decidere di andare al pronto soccorso è per tutti una scelta impegnativa, che si fa solo quando non ci sono alternative. Tutti sappiamo bene che i tempi sono lunghi, a volte lunghissimi perchè i casi vengono classificati, e quindi trattati, in ordine di gravità. Pare però che a Lucca non esista un codice dedicato alle persone con disabilità, per risparmiare loro attese estenuanti e spesso ingestibili. A questo proposito Anffas Lucca vuole farsi portavoce del disagio di una madre che ha accompagnato il proprio figlio disabile al pronto soccorso del Campo di Marte per una gastroenterite con rischio di disidratazione. La signora — spiegano all’Anffas — ha segnalato la vicenda al direttore della Asl di Lucca con una lettera, per chiedere che si trovi una soluzione ad una situazione che di certo riguarda molte famiglie».

«Ere la prima volta che mio figlio andava al pronto soccorso — dice la madre — e sinceramente pensavo che le persone con evidente disabilità avessero la precedenza come i bambini, perchè in certi casi proprio di bambini si tratta. Invece no, l’attesa è stata lunga e sfibrante, mio figlio voleva tornare a casa, aveva paura, non aveva più voglia di stare lì. Non avevo più argomenti per tranquillizzarlo, per spiegargli che era lì per il suo bene, che prima sarebbe entrato chi era in pericolo di vita poi i bambini piccoli. Finalmente dopo tre ore siamo entrati. C’erano un medico e un’infermiera che si sono profusi con umanità e competenza, ma ormai il tempo era scaduto: mio figlio, sempre così arrendevole e disponibile, non ne voleva più sapere. L’ansia e la paura accumulate nell’attesa avevano preso il sopravvento e ora voleva solamente tornare nella sicurezza di casa sua. Così, nonostante l’impegno e gli sforzi del personale, non è stato possibile completare l’intervento in modo adeguato». Oltre alla madre anche Anffas Lucca chiede quindi se esiste o se non si possa pensare un protocollo che, tenendo conto dell’oggettiva gravità dei casi, preveda una precedenza e una maggiore tutela durante l’attesa per le persone con disabilità. Nel segno del rispetto della dignità e del benessere di tutti.