Emanuele Baldi
Cronaca

Bebè cianotico: raptus del padre. Spacca l’ambulanza, poi si scusa

Per l’uomo il mezzo era arrivato in ritardo. Il piccolo è stato curato e sta bene

Ambulanza della Misericordia

Ambulanza della Misericordia

Lucca, 14 luglio 2017 - Un pugno ben assestato che ha mandato in frantumi il vetro del portellone dell’ambulanza e una serie di calci che hanno ammaccato la carrozzeria. Un bruttissimo episodio quello avvenuto l’altra sera all’Arancio dove il padre di un bambino di appena dieci giorni – che aveva perso conoscenza per un’asfissia provocata da un rigurgito di cibo – si è accanito contro il mezzo di soccorso perché, a suo dire, i sanitari avevano impiegato troppo tempo ad arrivare sul posto. Ma riavvolgiamo il nastro.

Giovedì sera arriva una chiamata al 118: c’è un bambino che ha difficoltà a respirare. I soccorsi si attivano subito, ma quando l’ambulanza della Misericordia di Borgo a Mozzano arriva all’Arancio trova un giovane di 33 anni fuori controllo che inizia ad inveire contro il personale medico e i volontari sfondando con un cazzotto il finestrino e sferrando calci al mezzo. Nel frattempo, presi dal panico, gli altri familiari avevano deciso, accompagnati da un’amica di famiglia, di portare in auto al pronto soccorso del San Luca il piccolo che è stato subito intubato. Ora, fortunatamente, è fuori pericolo. Un grandissimo spavento e un comprensibile choc. Ciò non giustifica, comunque, la reazione del giovane padre anche perché – spiega il governatore della Misericordia Gabriele Brunini – «in circa 6-7 minuti l’ambulanza è arrivata sul posto».

Passata la paura, ad ogni modo, il padre del piccolo ha avuto modo di riflettere sulla sua reazione e ieri mattina si è presentato alla Misericordia di Borgo a Mozzano per porgere le sue scuse. «Il ragazzo ha detto di aver agito in preda al panico e ha assicurato che pagherà di tasca sua i danni dell’ambulanza (1500 euro circa ndr)» dice Brunini. «Capisco bene la paura di un padre per il suo bambino – ha concluso Brunini – ma queste cose non devono succedere».