Lucca, 26 novembre 2016 - È una storia strappalacrime ed emozionante. Ma, soprattutto, incredibile. E’ la storia di Mia e della sua famiglia, quella di Paolo Cortelli Panini, veterinario molto conosciuto a Terni. Mia era stata rapita, o rubata se credete, dall’auto della moglie di Cortelli Panini il 18 marzo del 2010. E’ stata ritrovata lunedì scorso al campo nomadi di Nave, e poche ore dopo ha potuto tornare tornare a casa sua, sei anni e mezzo dopo. Un passo alla volta. Era metà marzo di sei anni fa e la signora andava a prendere le sue figlie a danza: è scesa dall’auto e ha lasciato Mia dentro, chiusa. È tornata, neanche dieci minuti dopo, e la cagnolina (una bolognese bianca candida) non c’era più: la portiera dell’auto era forzata e l’animale sparito. E’ stata fatta la denuncia e sono scattate tutte le ricerche del caso. Ma di Mia nessuna traccia.
Fino alla settimana scorsa quando il veterinario Stefano Giurlani dell’Area C Asl di Lucca è stato chiamato a fare un controllo nel campo nomadi di Nave per altri motivi Con lui sono andati gli agenti della polizia mucipale della città toscana. Nessun cane «microchippato», sopralluogo finito. Ma era destino che Mia tornasse a casa, così è scesa da una roulotte: il dottor Giurlani se n’è accorto e non si è girato dall’altra parte. E’ tornato indietro e ha fatto tutti i controlli. Ha trovato il microchip addosso a Mia (decisamente strano per un cane che vive in un campo nomadi) e l’ha portata con sé per ulteriori accertamenti. E’ uscito fuori il nome della proprietaria, la moglie di Cortelli Panini: «Le hanno telefonato... E’ stata un’emozione violentissima», racconta il veterinario.
Asl e municipale sono tornati nel campo nomadi e hanno posto sotto sequestro Mia. Da quel momento in poi, solo felicità. «Quando mi ha visto mi è saltata in braccio – racconta Cortelli Panini –. All’inizio era terrorizzata, poi mi ha annusato a lungo: era eccitatissima. Ora non mi lascia più. Abbiamo fatto tutti i controlli: il suo stato di salute è buono anche se d’aspetto è cambiata molto. Devo dire che non è stata trattata male: le condizioni psicologiche sono buone». Lieto fine, insomma. «Sì, grazie al dottor Giurlani e all’ispettore Urbani della polizia municipale di Lucca che si sono dati un gran da fare – conclude il veterinario –. E grazie al microchip: questa è la dimostrazione di quanto siano importanti».