Lucca, 24 aprile 2017 - E' atterrato intorno alle 10.45 a Bologna, con un volo della Turkish Airlines, la compagnia aerea turca, l'aereo partito da Istanbul a bordo del quale si trovava il blogger e documentarista italiano Gabriele del Grande, che era stato fermato dalla polizia turca il 9 aprile.
Appena sceso dall'aereo a Bologna, il giornalista Gabriele Del Grande, liberato oggi dalle autorità turche, è stato accolto dal ministro degli esteri Angelino Alfano, che lo ha accompagnato in una saletta riservata dell'aeroporto. Lì Del Grande ha riabbracciato la compagna Alexandra D'Onofrio e gli altri familiari.
"Sto bene. La più grande difficoltà è stata la privazione della libertà, anche se nessuno mi ha fatto violenza. La violenza che ho subito è stata istituzionale, considero illegale quello che mi è successo", ha detto Gabriele Del Grande, parlando con i giornalisti all'aeroporto.
"Non ho ancora capito perché sono stato fermato, non mi è stato rilasciato alcun provvedimento, gli avvocati cercheranno di capirlo. Considero illegale quello che mi è successo - ha sottolineato il blogger di Lucca - e gli avvocati, sia in Italia che in Turchia, si mobiliteranno per questo". A chi gli chiedeva se fosse stato arrestato dall'esercito o dalla polizia turca, Del Grande ha risposto: "Non lo so, erano agenti in borghese, in questo momento non ho informazioni. Sono stato fermato e sono uscito stanotte dal posto dove ero detenuto. Ho saputo della mia liberazione questa notte - ha ricostruito il documentarista - quando mi hanno portato via".
"Dove vado ora? Adesso vado a mangiare! Dopo sette giorni di sciopero della fame...": così Gabriele Del Grande ha risposto ai cronisti che gli chiedevano quali fossero i suoi programmi immediati. Il giornalista e blogger ha poi confermato che quello a cui sta lavorando, e per cui si trovava in Turchia, è un libro.
"Un saluto a tutti i giornalisti che sono ancora in carcere in condizioni peggiori della mia in Turchia e in tutto il mondo", ha detto poi Gabriele Del Grande ai cronisti.
Del Grande ha poi voluto ringraziare chi si è mobilitato per lui. "Ringrazio tutti, anche chi a livello turco si è mosso per me, dall'ambasciatore al ministro degli esteri della Turchia. Oggi fortunatamente sono libero".
La liberazione di Del Grande è stata annunciata questa mattina dal ministro degli Esteri Angelino Alfano su Twitter.
IL SINDACO DI LUCCA. "Con grande gioia questa mattina abbiamo appreso la notizia della liberazione di Gabriele Del Grande. Grazie a tutti i cittadini che si sono mobilitati e, appena se la sentirà, aspettiamo Gabriele a Lucca per salutarlo!".
Così su Fb Alessandro Tambellini, sindaco di Lucca, città di cui è originario Gabriele Del Grande. Nei giorni scorsi in città erano state promosse più iniziative per la liberazione del documentarista, e striscioni per la sua liberazione erano stati esposti sulla facciata di Palazzo Orsetti e Palazzo Ducale, sedi rispettivamente del Comune e della Provincia.
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE TOSCANA. "Una bellissima notizia". Commenta così il presidente della Toscana Enrico Rossi l'annuncio della liberazione di Gabriele Del Grande. "Penso che in questa vicenda drammatica ma a lieto fine abbia molto contribuito la mobilitazione da parte di tutti nel Paese, che con insistenza hanno chiesto la liberazione di Del Grande - aggiunge Rossi, che nei giorni scorsi si era tenuto in contatto con con i genitori e la sorella e aveva partecipato a una manifestazione di Lucca per la liberazione di Gabriele, e offerto il suo aiuto - Naturalmente ha fatto la sua parte la Repubblica, a partire dal presidente, il governo e il corpo diplomatico che hanno lavorato nel riserbo e silenzio in tutti questi giorni".
"Questa storia - sottolinea Rossi - mette in risalto l'impegno di un giovane che, a rischio della propria libertà e forse anche di più, si impegna per dare voce a chi quella libertà non ce l'ha, che fugge dalla guerra e dalle catastrofi. E questo è un impegno che non deve diminuire ma accrescersi".
"La globalizzazione - conclude il presidente della Toscana - ha messo in campo una generazione di ragazzi e ragazze impegnati fuori dall'Italia in situazioni difficili. Sono Gabriele (Del Grande), Giulio (Regeni) e tanti altri, accomunati dal vivere e sentire il problema dei diritti umani in una dimensione mondiale: una generazione che dobbiamo aiutare nelle battaglie".