Violenza sulle donne, Gabrielli: "Polizia e sociale, serve una rete sul territorio"

Il capo della Polizia di Stato a Lucca per parlare di femminicidio: "Non facciamoci ingannare dai numeri: esiste un sommerso, una difficoltà delle vittime a farsi avanti"

Gabrielli, capo della polizia di Stato (foto Alcide)

Gabrielli, capo della polizia di Stato (foto Alcide)

Lucca, 2 settembre 2016 - Contro il fenomeno del femminicidio e della violenza di genere più polizia sul territorio, attraverso una «rete di contatti, che comprende la polizia locale e gli assistenti sociali». È uno dei concetti espressi dal capo della Polizia Franco Gabrielli oggi a Lucca nel corso di una iniziativa contro la violenza di genere. «Certo - ha detto Gabrielli - per la prevenzione occorre lavorare anche dal punto di vista culturale, visto che molte di queste violenze si verificano anche in contesti familiari. Ma serve anche non solo attendere le denunce, bensì andare incontro, sul territorio, alle difficoltà di chi deve denunciare e che spesso diventano una doppia difficoltà: quella di denunciare e quella di tornare a casa dopo averlo fatto».

La diminuzione dei reati, ha spiegato Gabrielli, paradossalmente «preoccupa»: «Esiste un sommerso, una difficoltà delle vittime a farsi avanti. Chi intraprende questo percorso - ha spiegato ancora Gabrielli che oggi a Lucca ha incontrato anche la madre di Vania Vannucchi, la donna uccisa a Lucca con il fuoco all'inizio di agosto - sa che c'è il rischio di essere ulteriormente vittimizzate non solo da chi ha commesso la violenza, ma anche da uno sbagliato 'comune sentire'». «Vorremmo creare nei nostri uffici - ha poi detto il capo della Polizia - spazi in cui le vittime che vengono a denunciare si sentano non davanti a una scrivania o un computer, come facciamo con i minori. Ma è soprattutto la comunità che deve svolgere un ruolo fondamentale nel rendere inaccettabile questo tipo di violenza, attraverso sentimenti di vicinanza e di affetto alla vittime, smettendo di avere atteggiamenti che la facciano sentire corresponsabile. E questo non sta scritto nei codici penali, nelle leggi, ma riguarda tutti noi».