REDAZIONE LUCCA

Ciclismo, caso Rumsas, nei guai anche i compagni: prendevano farmaci pericolosi

L'inchiesta per la morte del giovane atleta

Linas Rumsas aveva 21 anni. Dalla sua morte è partita l'indagine sul doping

Linas Rumsas aveva 21 anni. Dalla sua morte è partita l'indagine sul doping

Lucca, 19 settembre 2017 - Nuovi sviluppi nell’inchiesta della Procura sulla morte di Linas Rumsas, il ciclista 21enne della «Altopack Eppela» morto il 2 maggio scorso per un fatale malore cardiaco. Sotto inchiesta per l’ipotesi di reato di procacciamento e somministrazione di sostanze dopanti (che integra la fattispecie della frode sportiva), ci sono Raimondas Rumsas (il padre), Luca Franceschi, Narciso Franceschi, Maria Luisa Luciani, che fanno parte della società ciclistica, e l’ex direttore sportivo Elso Frediani.

Tra i farmaci sequestrati nei giorni scorsi dai poliziotti della squadra mobile con un blitz all’alba in alcune abitazioni e anche nel ritiro della Altopack Eppela negli armadietti dei giovani atleti, sono emersi anche medicinali specialistici ritenuti pericolosi, prescrivibili solo in casi molto particolari, anfetamine, farmaci contro l’anemia utilizzati per malati di tumore, depuranti del fegato, insulina e siringhe. Decine e decine di confezioni per il cui utilizzo non emerge alcuna giustificazione plausibile in atleti ventenni che quindi si presumono perfettamente sani.

Il copioso materiale sequestrato e la tipologia dei medicinali dopanti mettono nei guai anche una decina di atleti del team ciclistico al quale apparteneva il povero Linas Rumsas. Appare scontato a questo punto che finiscano sotto inchiesta anche una decina di ex compagni di squadra per frode sportiva.

La procura non ha comunque abbandonato il filone dell’idoneità sportiva rilasciata a suo tempo al giovane e sfortunato atleta. Saranno effettuati ulteriori accertamenti per chiarire se il cuore di Linas fosse in grado di sostenere l’attività agonistica che praticava, come certificato dai medici. E l’inchiesta cercherà anche di appurare se vi sia un legame tra le sostanze dopanti sequestrate e il decesso stesso, in base all’esito degli esami tossicologici sui reperti biologici prelevati sulla salma. P.Pac.