Lucca, 22 luglio 2017 - «Scusa se piango, ma ho appena salutato mia mamma». Lo sfogo, comprensibilissimo, è quello di Michela Nelli, 33 anni di San Martino in Freddana, la ragazza che insieme al suo compagno e ai suoi due figli di 7 anni e mezzo e 9, ha visto davanti ai suoi occhi l’inferno. Lei si trovava la scorsa notte a Kos Town in Grecia dove un sisma ha sconvolto cittadini e turisti. Le scosse, la fuga, il cercare un riparo, la notte passata in macchina per il timore di onde anomale. Un inferno. «Sì - conferma Michela raggiunta al telefono mentre è rientrata con la famiglia in Italia ieri sera e sta abbracciando la madre - ero lì, con i miei due figli e il mio compagno. Anche il nostro residence è stato investito dal terremoto. La nostra camera si trovava al piano terra: pensa che se fossi uscita tre secondi prima il terrazzo di quella di sopra mi sarebbe crollato addosso». E’ un fiume in piena Michela, parla, racconta, è comprensibile la sua voglia di sfogarsi per quell’incubo. «Siamo usciti in strada - va avanti Michela - eravamo scalzi, mezzi nudi. Noi avevamo la macchina e così siamo saliti e ci siamo diretti in collina per paura di uno tsunami. E infatti è arrivata un’onda anomala. Abbiamo dormito in auto». La prima scossa di terremoto è stata avvertita intorno all’una e trenta di notte. Paura: la prima cosa che viene in mente è quella di mettere in salvo i figli, e così Michela corre verso la sua camera. O almeno cerca di farlo perché lì balla tutto, pare di stare su una giostra, ma che di divertente non ha davvero nulla. «Non riuscivo a camminare - prosegue Michela nel suo racconto - e a raggiungere la camera dei bambini». Poi il pianto, un pianto liberatorio trattenuto magari per troppe ore per far sì che i bimbi non percepissero angoscia più di quella che avevano visto davanti ai loro occhi. «E’ stato un inferno - conclude Michela - siamo salvi per miracolo. Pensa che la piscina del residence era come una bacinella, l’acqua usciva da tutte le parti e si riversava in strada». Poi la telefonata si chiude. E’ il momento degli affetti. Il momento più importante per una famiglia. Soprattutto per una famiglia che ha vissuto una tale esperienza e che è scampata a un disastro naturale. E sono numerosi comunque gli italiani bloccati sull’isola greca dal sisma che la scorsa notte li ha fatti ripiombare nella paura già provata a casa
CronacaNell’incubo del terremoto in Grecia: «Siamo vivi per miracolo»