Lucca, 23 settembre 2016 - Un discorso che esula da partiti e governo. Un discorso che riguarda piuttosto l'Italia, a grosso rischio crisi in caso di vincita del 'no'. Sbarca anche a Lucca con queste premesse il comitato LiberiSì, costituito dal presidente emerito del Senato Marcello Pera che presenterà l'iniziativa a Palazzo Ducale il 2 ottobre (ore 11) nella sala Tobino. "Un grave errore anteporre il giudizio sul governo alla discussione sulla riforma costituzionale - spiega Pera -, perché si può essere di centrodestra e riconoscere che la riforma servirà allo stesso centrodestra quando tornasse a vincere. La riforma ha innegabili vantaggi. Elimina quel bicameralismo perfetto che richiede che il governo abbia la fiducia in entrambe le camere. La storia recente mostra che questo risultato è difficile da ottenere con qualunque legge elettorale, perché mentre i deputati sono eletti 'a suffragio universale' i senatori sono eletti su 'base regionale', e perché quattro milioni e mezzo di cittadini votano per la Camera e non per il Senato".
"Come si ricorderà - argomenta ancora Pera-, nel 1994 Berlusconi ebbe la maggioranza alla Camera ma non al Senato, nel 1996 Prodi la ebbe al Senato ma non alla Camera, nel 2006 Prodi vinse con un margine di 25mila voti alla Camera, ma perse al Senato, e nel 2013 Bersani vinse alla Camera ma non al Senato. La riforma costituzionale corregge anche l’attuale estenuante procedura legislativa del 'ping-pong': legifera solo la Camera, e se il Senato si oppone, la Camera avrà l’ultima parola. I senatori saranno ridotti a 100. Diminuiscono i costi della politica. Si riducono le competenze delle Regioni. Si aboliscono le Province. Si abolisce il Cnel. Si limitano i decreti legge. Si introduce l’obbligo del parlamento di votare le leggi di iniziativa popolare. Gli elettori di centrodestra, in particolare di Forza Italia, sono sempre stati a favore della riforma della Costituzione, che fu il primo punto del programma di Berlusconi del 1994. Ci provarono con la Commissione bicamerale nel 1997 e con una legge costituzionale bocciata dalla sinistra in un referendum nel 2006".
"Credo che il centrodestra, come tutti i democratici, i moderati, i liberali, i riformisti, debbano riprendere la loro vecchia bandiera. Non possono stare dalla stessa parte di D’Alema, Grillo, la Cgil, Magistratura democratica, sinistra radicale, e tutti gli altri conservatori. Se vincesse il No, due conseguenze sono prevedibili. Primo: la Costituzione italiana, che tutti chiedono di cambiare, diventerebbe intoccabile. Chi potrebbe mettere mano alle riforme dopo due referendum falliti? Secondo: se l’Italia si mostrasse irriformabile, nascerebbe una crisi grave. Chi ci darebbe in Europa più flessibilità e sui mercati più fiducia? Assieme a molte personalità illustri, ho costituito il Comitato nazionale “LiberiSì” e intendiamo lanciare la stessa iniziativa a Lucca. Non c’entrano né i partiti né il governo, c’entra l’Italia".