REDAZIONE LUCCA

Crisi, i fallimenti toccano quota record: 190 aziende

Nell'ultimo anno, crac soprattutto per edilizia e settore immobiliare, bar e pizzerie

Effetto crisi: boom di fallimenti (foto Germogli)

Effetto crisi: boom di fallimenti (foto Germogli)

Lucca, 5 gennaio 2016 - La crisi è finita? Siamo finalmente fuori dal tunnel? Non sembrerebbe proprio, almeno a giudicare dai dati, impietosi e allarmanti, che arrivano dal tribunale di Lucca, nel settore fallimentare. Sono state infatti ben 190, quindi 17 in più rispetto alle 173 all’anno precedente, le aziende lucchesi che sono state dichiarate fallite nel 2015 nella nostra provincia, contro i 132 del 2013 e i 138 del 2012. Una vera valanga di crac che non ha lasciato indenne alcun settore imprenditoriale, anche se in testa alla poco lusinghiera classifica rimane il settore dell’edilizia, con 21 imprese costrette a chiudere l’attività con un tracollo. A catena, si sono trascinate anche numerose società immobiliari: ben 18 tra Lucchesia e Versilia, segno che il clima è davvero negativo.

Vanno male anche pasticcerie, bar, pizzerie, self service. Sedici i fallimenti registrati nel 2015 a cui si sommano anche 10 tra alberghi e ristoranti, soprattutto nell’area versiliese, anche se uno dei crac ha interessato in Lucchesia lo storico albergo i Cavalieri del Tau ad Altopascio. In forte difficoltà anche il settore abbigliamento con sei aziende fallite o in liquidazione, l’arredamento con altre cinque realtà cessate. Male il trasporto su gomma e la nautica, le officine meccaniche, le aziende dedite all’impiantistica elettrica e alla vendita di prodotti hi-tech. Fallite anche 11 aziende di commercio ll’ingrosso che vanno dall’alimentare alla ferramenta, dal settore idrosanitario alla cosmesi. Segnali meno drammatici dal settore trainante del cartario, dove solo due società sono state dichiarate fallite nel corso del 2015.

Numeri piuttosto allarmanti arrivano anche dalle esecuzioni mobiliari, rimaste sostanzialmente sui livelli dell’anno precedente, ovvero attorno a quota 3.000: in prevalenza pignoramenti di conti correnti e del quinto dello stipendio, addirittura di quote pensione, nonché mobili, tv e auto. Anche le esecuzioni immobiliari in provincia di Lucca in dodici mesi sono state più di quattrocento, sulla linea di quanto registrato nel 2014. Per la maggior parte si tratta di pignoramenti di proprietà immobiliari, case e terreni, ma anche palazzi che ospitano pensioni e alberghi. La crisi colpisce anche questo settore in maniera evidente.

La cifra predominante, per l’80%, a Lucca e Versilia è tuttavia quella delle abitazioni per le quali le famiglie non sono state più in grado di rispettare le scadenze dei mutui. Oltre 400. Dopo un anno o poco più di mancati versamenti delle rate, le banche si sono riprese gli immobili ipotecati, che poi vengono messi all’asta. Aste che magari vanno poi a vuoto per tre o quattro volte, dato che liquidità in giro non ce n’è molta.