Lucca, 4 novembre 2015 - «Ho partecipato al tavolo di confronto tecnico-scientifico con chi aveva espresso dubbi e preoccupazioni, accogliendo le richieste che, di fatto, sono andate a modificare in modo consistente il primo documento presentato: oggi siamo di fronte a un progetto nuovo, migliore, ancora più efficiente e con questo mi sottopongo di nuovo alla verifica delle istituzioni». Lo dice l'imprenditore lucchese Luca Gelli all'indomani della presentazione alla Regione Toscana del nuovo progetto per la realizzazione a Salanetti dell'impianto di produzione di lignite da rifiuto organico (carbonizzazione idrotermale) – progetto di iniziativa privata - che propone una tecnologia all'avanguardia per il recupero e la valorizzazione dell'umido e del verde da raccolta differenziata, finalizzato alla produzione di lignite e alla chiusura in loco del ciclo dei rifiuti organici.
Il 30 ottobre, infatti, la Creo srl, di cui Luca Gelli è amministratore unico e che è la società subentrata alla Gielle srl, ha presentato alla Regione Toscana, attraverso il “Protocollo d'Insediamento”, un progetto finalizzato all'ottenimento dell'autorizzazione e alla richiesta di finanziamenti, stanziati appositamente dalla Giunta regionale per stimolare gli investimenti privati. «Ho ritirato il progetto precedente relativo al solo impianto di Salanetti – spiega Gelli – perché, insieme ai miei tecnici, ho deciso di aprire un percorso di confronto per recepire, ove possibile, le osservazioni avanzate da istituzioni e associazioni. Il nuovo progetto targato Creo srl contiene miglioramenti tecnici e tecnologici e, oltre a quello di Salanetti, prevede anche la realizzazione di un impianto simile a Piombino. Seguendo il nostro cronoprogramma partirà per primo lo stabilimento della provincia di Livorno e, successivamente, avvieremo la costruzione di quello lucchese, che potrebbe entrare in esercizio già nel 2017».
La nuova pratica sarà gestita dagli uffici regionali oggi competenti, per la valutazione dell'impatto ambientale e il rilascio della successiva autorizzazione. Rispetto al primo progetto, quello depositato venerdì scorso presenta importanti modifiche, a seguito delle osservazioni avanzate anche dai rappresentanti di Rifiuti Zero. La prima riguarda la sostituzione della centrate termica a pellet di carbone autoprodotto con una centrale termo-elettrica a metano, ad altissima efficienza energetica. La seconda, invece, consiste nell'eliminazione dei fanghi dall'elenco dei materiali previsti in ingresso: non verranno quindi lavorati fanghi di alcun tipo, ma solo potature, sfalci, rifiuti organici da raccolta differenziata (Forsu). Inoltre, l'impianto di Salanetti sarà attivato, in un primo momento, con una sola sezione, per lavorare 15mila tonnellate delle 60mila annue previste, avviando così un periodo di valutazione, propedeutico per la messa a regime, per ottenere il massimo dell'efficienza e del controllo in tutte le sezioni dell'impianto. Tra i punti di forza del progetto restano invariati: recupero di un fabbricato esistente di dimensioni contenute (5mila metri quadrati, consumo-suolo zero), quindi con possibilità di ubicazione puntuale per le esigenze del territorio; autosufficienza per energia elettrica e acqua; breve durata del ciclo di produzione (8 ore).