Lucca, 11 agosto 2015 - Si surriscalda inaspettatamente il clima politico sul futuro della città. E il confronto si accende anche tra i big. A innescare la miccia è stata l’intervista esclusiva rilasciata dal senatore Andrea Marcucci al nostro giornale. Una chiacchierata nella quale l’esponente del Pd non ha risparmiato critiche alla gestione del Comune da parte del sindaco Tambellini, chiedendo che l’amministrazione batta un colpo in questa ultima parte del mandato, e non dando assolutamente per scontato che l’attuale primo cittadino sarà ricandidato nel 2017. A replicargli direttamente, con un lungo documento, è niente meno che Marcello Pera. L’ex presidente del Senato non solo controbatte (virgolettando alcuni passaggi chiave dell’intervista di Marcucci) ma invita la città a lavorare fin da subito per l’individuazione di un candidato sindaco dell’area moderata e del centrodestra. Chiedendo che le decisioni non vengano prese all’interno delle segreterie dei partiti.
«L’intervista di Marcucci è un fatto politico notevole perché consente di passare dalla fase delle intuizioni circa i suoi propositi a quella delle sue intenzioni esplicite - attacca Pera -. I segnali sono tre. Il primo è un segnale di potere. Il senatore Marcucci ci ricorda che lui ha fatto eleggere un assessore regionale e due consiglieri, di cui uno presidente della commissione trasporti. A che scopo? Per “migliorare la rete ferroviaria”, per costruire “finalmente l’asse Nord-Sud”, per “raddoppiare la linea con Firenze”, e in genere per “portare avanti progetti fermi da anni”. Impresa lodevole, e anche realizzabile, sol che il senatore Marcucci si fosse ricordato oggi, e avesse contrastato ieri, coloro che hanno tenuto fermi e osteggiato questi progetti».
Le domande di Pera a Marcucci sono anche altre. «Ha memoria degli ostacoli all’Asse Nord-Sud frapposti da un ex-presidente della Provincia ora di sua stretta fede? Ricorda i veti dei presidenti Martini e Chiti - continua Pera - anche quando quei progetti erano finanziati da una legge del Governo? Ha visto che quella stessa legge è stata abolita dal ministro Delrio e i finanziamenti per Lucca sono stati stornati altrove?». E ancora, rivolto a Marcucci: «Ha compreso che il presidente Rossi, per il quale Toscana significa Firenze e Firenze scalata a Roma, non ha un vero interesse per Lucca? Poiché, realisticamente, il senatore Marcucci prende atto che, nonostante le sue nomine, né Governo né Regione daranno alcun serio aiuto alla città, egli si propone in prima persona».
Questo, secondo Pera, è il secondo segnale lanciato da Marcucci. «Sfrattare il sindaco, con un avvertimento in stile Renzi-Marino o Renzi-Crocetta - prosegue infatti l’ex presidente del Senato -. Se ce la fa, Tambellini vada avanti, “nessuno gli chiede nulla, però il Comune negli ultimi due anni deve battere un colpo”. Su che cosa? Esattamente sui punti che anche Tambellini intende “portare avanti”: cose nuove come il mercato del Carmine, il Summer Festival, Puccini, eccetera. Cos’è allora che non va nella Giunta Tambellini? Sembra chiaro: ciò che non va è Tambellini stesso. Il senatore Marcucci ci dice che, se Tambellini fosse sostituito da un altro di sua fiducia, allora sì che Lucca porterebbe avanti progetti! Come?». Poi, secondo Pera, nell’intervista di Marcucci c’è anche il terzo segnale.
«Il modello senese, la città la cui Fondazione forniva anche la biada ai cavalli del Palio - prosegue l’ex presidente del Senato -. Marcucci pensa che “con le disponibilità finanziarie messe in campo dalla Fondazione Cassa” si possano finalmente fare tante cose, come “il rafforzamento di Imt e il maggior coinvolgimento su Campus”, che, come si ricorderà, è l’istituto privato di formazione turistica del Gruppo Marcucci. Si ignorano le intenzioni della Fondazione chiamata in causa. Concludendo, il senatore Marcucci scarica la lotta di potere nel suo partito sull’amministrazione comunale. Il bersaglio è quella carica di sindaco di Lucca che già gli è sfuggita una volta». Ed ecco la chiusura. «Ora la città deve decidere: o si arrende passiva, oppure recupera il suo orgoglio, si trova un candidato sindaco che pensa solo a se stessa, e gli affida un piano di rinascita - conclude Pera -. La città, dico, non le segreterie dei partiti. Sottomessa a Firenze, Lucca è stata sedotta e abbandonata, assorbita da un gruppo politico e imprenditoriale perderebbe anche il gonfalone. I lucchesi, sento in giro, hanno capito i segnali».