Lucca, 8 settembre 2015 - Rifare i conteggi serve eccome. L’Inca Cgil ha recuperato più di 4 milioni di euro di arretrati sulle pensioni dei contribuenti lucchesi, semplicemente verificando la congruità dei gettiti passati rispetto alle normative di riferimento. La notizia sta raggiungendo, come una vincita alla lotteria, i felici destinatari degli assegni rivisti e corretti con il segno più. Alcuni di loro riceveranno arretrati di 25mila euro. In particolare otto pensionati hanno riscosso più di 20mila euro di arretrati. Ben 50 sono titolari di un ’rimborso’ tra 10 e 20mila euro. E un esercito di ben 136 pensionati lucchesi sono chiamati a riscuotere, o hanno già messo al sicuro, arretrati di un valore compreso tra 5mila e 10mila euro.
Dove sta l’errore a monte? "Il Governo Renzi – spiega Massimo Matteoni, direttore provinciale Inca Cgil – non applica totalmente la sentenza della Corte Costituzionale sulla rivalutazione delle pensioni, e con pensioni ormai ferme da anni, è fondamentale controllare la correttezza degli importi liquidati. Anche per questo il nostro patronato ha attivato da ormai cinque anni un servizio di controllo delle pensioni in essere. Dal 2010 ad oggi, grazie a questo progetto, sono state ricalcolate 1798 pensioni e si sono recuperati 4.029.943 euro di arretrati sulle pensioni e una variazione mensile media permanente di 30,96 euro. Naturalmente, questo dato è solo una media, c’è il pensionato che ha avuto un aumento mensile di 5 euro sulla pensione e la pensionata che ha avuto un aumento permanente mensile di 200 euro. Ci sono pensionati che hanno avuto arretrati sulla pensione anche di 25.000-26.000 euro". Dunque questo "premio" insperato da parte dei pensionati, non deriva da errori dell’Istituto nel liquidare gli assegni, ma dall’emanazione di leggi, circolari e sentenze che rispetto al momento della liquidazione della pensione si sono succedute. Applicandole alle pensioni in essere possono portare ad un aumento delle stesse.
E portano decisamente una ventata di felicità nelle case. Tra i casi più frequenti oggetto di "correttivi" la presenza di contribuzione figurativa negli ultimi 10 anni, di maternità avuta fuori dal rapporto di lavoro con 21 settimane di contributi invece delle 22 settimane previste dalla nuova circolare Inps, periodi di mobilità in anni lontani, posizioni contributive prevalentemente formate da lavoro autonomo (coltivatori, commerciati, artigiani), dove sono presenti anche piccoli periodi come lavoratori dipendenti.