Lucca, 25 luglio 2015 - E poi tutte accese di nuovo per l’oggetto del desiderio di quelle oltre 16mila persone letteralmente appiccicate l’una all’altra ieri, in piazza Napoleone, fino dalle prime ore del pomeriggio, più le centinaia e centinaia fuori l’area, soprattutto in piazza del Giglio. Robbie Williams si materializza, di nero vestito, con elegante fazzoletto bianco nel taschino della giacca. E i 16mila cellulari/macchine fotografiche puntate su di lui sono finalmente soddisfatte. Come e soprattutto gli occhi e le orecchie dei presenti, in stragrande maggioranza di genere femminile, con fasce di età dai quindici ai cinquant’anni. Subito la folla si scatena sulle note di «Let me entertain you», che non arriva alla fine senza che Robbie si tolga la giacca e mostri i muscoli tatuati, con pose da macho, in primo piano, alle telecamere di scena. «Rock dj» è ancora più ballabile e tutti, davvero tutti, ballano, soli o in gruppo. Alla fine Williams si rivolge al pubblico dichiarando il suo nome, intramezzato da un bel «fucking» e il suo amore (ricambiatissimo), rivolgendo altre frasi sicuramente carine verso i fan, ma abbastanza intraducibili in linguaggio aulico. Su «Monsoon» il primo «a cappella» della platea, in coda a «Come undone» la citazione degli U2 («I still haven’t found what I’m looking for) e su «The road to Mandalay» l’annunciata coreografia fatta di palloncini luminosi rossi, ma anche bianchi e verdi, in omaggio all’Italia che lo ospita. E dopo un omaggio a George Michael, sulle note di «Freedom», Williams si cimenta con successo nel capolavoro blues di Cab Calloway (ricordate «The Blues Brothers»?), «Minnie the moocher», dimostrando di saperci fare anche in questo campo. Sul palco si muove con sicurezza, con quattro coristi/ballerini (due per sesso) e una grande band con sezione fiati, come si conviene alle star di prima grandezza.
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