Massa, 13 luglio 2017 - Una discarica sotto i capannoni, una bomba ecologica pronta a esplodere rimasta seppellita quasi 40 anni, a 100 metri dai pozzi di Gaia che riforniscono l’acquedotto massese. E' quella di via dei Limoni, piena di rifiuti e veleni, tossici e cancerogeni, che è stata ricoperta e ignorata dalle amministrazioni comunali degli anni ‘80 e ‘90, da Arpat e dalla Regione.
Anzi, quel terreno utilizzato come discarica di Rsu dalla ditta Carla Langione Eredi di Roma, per conto del Comune, negli anni ‘70, è stato venduto ai privati nel 1984 e lì sopra sono costruiti capannoni industriali. Oggi, a distanza di decenni, le prime analisi ufficiali effettuate per conto di una società privata, restituiscono una realtà che fa paura: valori di contaminanti tossici e nocivi anche 50 volte oltre i limiti di legge.
I risultati delle analisi e il dossier completo giovedì 13 luglio, in edicola nella cronaca de La Nazione di Massa Carrara