Massa, 14 giugno 2017 - Quattro carabinieri sono stati arrestati nell'ambito di un'inchiesta della procura di Massa Carrara su presunte irregolarità nell'operato di alcuni militari dell'Arma in Lunigiana. Da quanto appreso tre carabinieri sono stati posti agli arresti domiciliari, uno in carcere, altri tre hanno divieto di dimora nella provincia e uno è sato anche sospeso dal servizio.
L'arresto in carcere riguarda un brigadiere in servizio ad Aulla, mentre il maresciallo comandante di stazione di Aulla è stato colpito da doppio provvedimento: divieto di dimora nella provincia e sospensione dai pubblici uffici. Gli altri sei militari sono un altro brigadiere e graduati (appuntati): tre ai domiciliari, tre (più il maresciallo) con divieto di dimora. DECIMATA LA CASERMA DI AULLA (LEGGI)
L'inchiesta era emersa tra febbraio e marzo quando si parlò una ventina di indagati e scattarono perquisizioni nelle caserme dell'Arma di Pontremoli e Aulla. Falso e lesioni i reati per cui procede la procura.
Ai carabinieri sarebbero (il condizionale è d’obbligo) stati contestati singoli episodi come alcuni atti di violenza fisica ai danni di un marocchino con precedenti di spaccio. O come la violenza subita da una prostituta prelevata dalla strada sulla quale esercitava la professione più antica del mondo e trasportata in caserma. E si ipotizza anche la falsificazioni di verbali. Inutile chiedere commenti all’Arma.
Gli ufficiali incaricati di mantenere i rapporti con la stampa hanno rinviato alla Procura e si sono chiusi in un rigoroso silenzio. Il procuratore capo Aldo Giubilaro, nei giorni successivi allo scandalo, aveva confermato "piena fiducia nell’Arma", specificando che l’indagine era su "pochissime unità, anche se riguardano fatti di una certa gravità" ed erano "pochi i fatti da accertare".
In realtà verte su 104 capi d'imputazione l'ordinanza (di oltre 200 pagine) emessa dal gip e sono alcune decine i fatti trattati dall'inchiesta. Secondo quanto appreso sono contestati, a vario titolo, i reati di lesioni (alcuni episodi), falso in atti, abuso d'ufficio, rifiuto di denuncia, sequestro di persona, violenza sessuale, possesso di armi (sarebbero i coltelli trovati in casa agli indagati). Il gip ravvisa i pericoli di reiterazione e di inquinamento delle prove tra i motivi di esigenza cautelare. I falsi riguarderebbero anche i verbali su attività e interventi dell'Arma nel territorio. Inoltre, secondo quanto appreso, sarebbe contestato un solo episodio di violenza sessuale a una prostituta e uno solo di sequestro di persona (una persona marocchina trattenuta in camera di sicurezza).