Carrara, 4 marzo 2012 - LA PROCURA sarà interessata della morte di Olga Komut, la giovane ucraina deceduta in una tenda ai bordi delle ferrovie, incinta al settimo mese. I familiari della donna, il marito e i genitori di Kiev, si sono rivolti all’avvocato Alessandro Maneschi per avere giustizia. «Non è ancora chiaro se faremo una denuncia o un esposto o una querela — ha spiegato il legale — di certo segnaleremo alla Procura con una dettagliata relazione cosa è successo nelle ore successive alla morte. E’ nostro interesse capire chi ha deciso di fare il funerale, chi non ha avvisato che i familiari erano interessati a riportare la salma in Ucraina, chi ha omesso di comunicare. Per il momento non vogliamo accusare nessuno, sarà la Procura a stabilirlo». Intanto i parenti stanno attendendo che l’ambasciata faccia richiesta alle autorità locali per il trasferimento della salma da Turigliano a Kiev.
INTANTO sulla questione non si placano le polemiche. Fra chi accusa i servizi sociali di Massa, il consigliere del Pdl di Oltrefoce Stefano Benedetti che ha deciso di girare alla Procura l’interpellanza consiliare. «Lo scenario che si sta delineando — scrive Benedetti — dopo la morte di Olga Komut, è molto preoccupante perché stanno emergendo responsabilità dirette dei Servizi sociali del Comune di Massa. Risulta che Olga fosse seguita da un’assistente sociale del Comune di Massa e che il settore competente conoscesse molto bene la grave situazione di questa donna che oltre a varie patologie aveva anche problemi di alcolismo. La voce che sta girando in città è che Olga non si sarebbe presentata all’ ultimo appuntamento con l’assistente sociale, per questo nessun funzionario si è preso la briga di accertare la situazione, denunciandola alle autorità. Si dice anche che il settore Sociale del Comune di Massa conoscesse il luogo dove la Komut era andata a vivere in precarie condizioni igienico-sanitarie e in completo stato di abbandono. Se ciò fosse confermato, diventerebbe doveroso da parte nostra presentare una denuncia alla Procura per l’ipotesi dei reati di stato di abbandono, omissione di soccorso e quindi omicidio colposo, nei confronti dei Servizi sociali del Comune, sempre pronti a seguire gli indirizzi politici dell’assessore Gabriella Gabrielli, che fino ad oggi ha dimostrato di essere molto vicina ai rom, ma lontana dai casi umani. A questo punto, credo seriamente che se il Comune di Massa avesse prestato ad Olga Komut la stessa attenzione che ha sempre avuto con gli zingari che vivono sul nostro territorio, forse avremmo potuto evitare la morte in solitudine e in grave stato di abbandono di questa povera donna in stato di gravidanza».
IN DIFESA dei servizi sociali di Carrara, interviene Rifondazione. Il circolo di Avenza, diretto da Luca Beghè, esprime solidarietà al sindaco Angelo Zubbani e all’assessorato ai servizi sociali retto dal compagno Massimiliano Bernardi: «Riconosciamo — si legge in un documento — la validità di un assessorato che ha dimostrato apertura ai bisogni della gente. Riconosciamo il concreto impegno del sindaco e della giunta che ha destinato comunque 4 milioni di euro ai servizi sociali». Non condividendo «la vergognosa strumentalizzazione che le forze politiche hanno fatto del caso al solo scopo di inasprire la corsa a sindaco», Rifondazione chiede cosa avrebbero fatto «le forze di questa sinistra strumentale» e chiede che «esse presentino le proprie scuse al sindaco».
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