Carrara, 27 giugno 2012 - Geloso e terrorizzato dall’idea di essere tradito, aveva ossessionato la moglie a tal punto da spaventarla anche con un fucile da caccia inscenando un paio di goffi tentativi di suicidio e poi somministrando di nascosto alla donna dosi di calmante per non farla uscire di casa. Si è conclusa con una condanna a dieci mesi di reclusione, per maltrattamenti in famiglia, la vicenda giudiziaria che ha coinvolto un noto commerciante che ora dovrà stare anche alla larga dalla moglie e dal figlio minore se vuole evitare di finire dritto in carcere.
La donna che era tutelata dall’avvocato Vittorio Briganti avrà diritto anche ad un risarcimento danni da quantficare in sede civile. Il marito geloso si era messo in testa situazioni inverosimili accusando la moglie di tradimenti inesistenti. E così aveva dato vita ad una serie incredibile di atteggiamenti persecutori e per un paio di volte ha minacciato il suicidio, una volta anche aprendo il gas di casa per poi chiuderlo immediatamente di fronte alle urla della donna. Poi aveva imbracciato un fucile da caccia sparando in aria dalla finestra e quindi aveva studiato un’altra strategia per rendere inoffensiva, nella sua mente, la donna: le somministrava dosi di calmante di nascosto, nel bicchiere utilizzato dalla moglie. Una volta anche nel latte.
I ripetuti consigli ad un comportamento meno ossessivo non sono serviti a nulla e così la donna si è vista costretta a denunciare il marito alla polizia. Altre diffide ma tutto inutile. Si apriva il procedimento penale e davanti al giudice Ferri emergeva una vicenda familiare dolorosa e vessatoria nei confronti della donna che era stata accusata ingiustamente di tradimenti. L’uomo condannato è un commerciante che non aveva mai dati segni di squilibrio. Però il tarlo della gelosia lo ha divorato al punto da tormentare la moglie e renderle la vita impossibile.
g.b.
© Riproduzione riservata