Massa Carrara, 6 gennaio 2013 - Rimodulazione sulla base delle necessità del territorio: è questo il concetto guida degli interventi sul servizio di continuità assistenziale, più conosciuti come guardia medica, che la Regione Toscana, con in prima fila l’assessore Luigi Marroni, vuole attuare nelle varie Asl di tutto il territorio. Una necessità che nasce anche dal decreto Balduzzi e dai tagli alle spese che sono imposti alle varie aziende sanitarie locali.

L’obiettivo, ribadito da Marroni a più riprese, è appunto una rimodulazione che abbassi i costi del servizio senza intaccare la qualità dello stesso. Quali allora gli scenari di intervento nella Asl1 di Massa Carrara? Il punto della situazione lo fa la direttrice generale dell’Asl1, Maria Teresa De Lauretis, raggiunta telefonicamente. «Non dimentichiamo che il servizio di continuità assistenziale rientra nel contratto con i medici di medicina generale sul territorio — precisa la direttrice — per garantire assistenza ai cittadini: di giorno, esclusi i festivi, ci sono i medici di famiglia a cui ci si può rivolgere, calcolati in circa 1 ogni mille abitanti, mentre di notte e nei festivi ci si può rivolgere al servizio di guardia medica appunto, circa uno ogni 5mila abitanti come regola generale».

Come precisato anche sul sito dell’Asl1: «Il medico del servizio di continuità assistenziale può assicurare interventi su richiesta diretta dell’utente alla centrale operativa da erogarsi nell’arco di 12 ore, prescrizioni di farmaci per una terapia d’urgenza e limitatamente al quantitativo necessario a coprire un ciclo di terapia di 48/72 ore, proposte di ricovero e certificazioni di malattia per i lavoratori».

L’obiettivo della Regione, così come del governo, è però rivedere il servizio: «Per poter attuare un nuovo modello — va avanti così De Lauretis —. Il servizio di guardia medica, così come attuato oggi, è in continuità con il servizio del medico di famiglia, ma in fondo anche staccato. Spesso al dottore della guardia medica arrivano infatti pazienti che quel medico non ha mai visto né sentito. Inoltre dai dati emerge come il servizio di guardia medica sia maggiormente richiesto nella fascia dalle 8 alle 24, mentre durante la notte le persone preferiscano chiamare soprattutto il 118 o recarsi direttamente al pronto soccorso».

E allora bisogna modificare il modello organizzativo: «Per questo si punta ad allargare e mettere in reti organizzate più studi medici — ha precisato la direttrice generale —, all’incirca uno ogni 15mila o 20mila abitanti, all’interno dei quali inserire anche quelli che erano i medici di guardia medica. Questi punti garantiranno il servizio di continuità assistenziale nella fascia oraria in cui c’è più richiesta di guardia medica, dalle 8 alle 24.

Dalla mezzanotte alle 8 di mattina ci si potrà ancora rivolgere al 118 o recarsi direttamente al pronto soccorso». In merito al timore, sollevato da più parti, che con la nuova riorganizzazione possa sparire il medico sulle ambulanze del 118, dalle 24 alle 8, De Lauretis precisa che «la rete del 118 continuerà a funzionare come oggi, non ci saranno cambiamenti: per ciascuna chiamata verrà inviata l’ambulanza ritenuta più idonea, con o senza medico a bordo a seconda del caso». Certamente nella riorganizzazione l’Asl1 terrà conto della Lunigiana, su cui rimodulare in servizio con più attenzione, considerate le sue caratteristiche. Ovviamente tutte queste trasformazioni sono ancora oggetto di dibattito: «Al momento abbiamo solo le linee guida — ha precisato la direttrice generale —. Credo che dovremo attuare la riorganizzazione entro la fine dell’anno ma è possibile anche prima».