Pontremoli, 22 gennaio 2014 - Alla scoperta dell’antica sapienza contadina per ritrovare nuove emozioni, guardando la vita dal fondo di un campo coltivato. Questo ritorno al futuro sta contagiando giovani e non.
Come il pontremolese Orazio Benelli, scappato da Milano dove faceva il manager, per riappropriarsi del vecchio podere di famiglia e costruire un’azienda agrituristica da lasciare ai nipoti.
La sua proprietà si trova a Oppilo una frazione a 4 km dal centro pontremolese, in aperta campagna sulle colline che dominano la Lunigiana. Un podere appartenuto al poeta e matematico Luigi Poletti, studioso dei numeri primi nell’ Ottocento. Benelli ha recuperato gli antichi casolari di pietra, rinnovato vigneti e oliveti. La sua produzione vinicola si fregia dell’Igt e l’olio è ricercatissimo dalle massaie, ai suoi ospiti propone solo degustazioni di antichi piatti locali.
«Sono solo assaggi di cibi antichi attraverso i quali mi piace far capire agli ospiti la storia di questo territorio». Col tempo il podere Benelli è diventato un campo scuola di Sloow Food, dove giovani allievi apprendono le tecniche agricole. Le materie? Cucina tipica, cottura nei testi, olivicoltura, viticoltura,norcineria, apicultura e miele, castagne, potature e innesti, preparazione dei terreni e concimazione, orticoltura, coltivazione dei piccoli frutti.
«Gli scopi di questo stage – prosegue – oltre allo studio delle usanze del passato puntano ad offrire una concreta opportunità professionale a giovani non occupati nella speranza che possano evitare l’abbandono del nostro territorio e mantenerne in vita le tradizioni». Tra gli allievi di Orazio Benelli al corso dello Slow Food per la valorizzione delle professioni agricole c’ è anche Mattia Bergamaschi che assieme a due soci Mattia Toma e Lorenzo Garigali ha aperto una azienda agricola.
«Siamo in fase di avviamento — avvertono — ma produciamo piccoli frutti, testaroli artigianali cotti nei testi. Poi la coltura di cereali autoctoni con i quali otteniamo farine». Al Podere di Oppilo è già arrivato due volte l’inventore di Slow Food Carlin Petrini, per sostenere un corso di cottura negli antichi testi di ghisa e folgorato dai piatti tipici di Benelli.
Ma il titolare è un appassionato cultore di uvaggi. E mette sul podio delle sue tentazioni quotidiane un bicchiere di Pollera, il vitigno bianco autoctono dal profumo di mela e di fiori di campo, che si accompagna soprattutto con i piatti tipici lunigianesi a base di olio e grano: testaroli, torte d’erbi, salumi e frittelle di baccalà. Poi c’è il rosso Pollera che è miscelato sapientemente con altri vitigni locali come ciliegiolo, merlarola, e rossara. Fuori del piccolo borgo fa bella mostra di sé un piccolo museo etnografico per far ricordare le attività e la vita dei progenitori.
Natalino Benacci
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