Massa, 12 marzo 2014 - IL PASSATO RITORNA. E lo fa con la probabile apertura di nuove indagini sugli esponenti di Massa-Carrara di Avanguardia Nazionale, il movimento di estrema destra che in questa provincia ha trovato negli anni Settanta il supporto di migliaia di militanti. Fra questi, alcuni si sono resi protagonisti di violenze, altri hanno conosciuto il carcere ed altri ancora decenni di latitanza all’estero. Fra i militanti di allora ci sarebbero coloro che avrebbero aiutato Paolo Bellini a lasciare l’Italia e a trovare rifugio in Brasile per una lunghissima latitanza. Bellini è un ex componente della ‘ndrangheta, militante in Avanguardia Nazionale, vicino al mondo dell’eversione e presunto protagonista di una sorta di trattativa parallela fra mafia ed esponenti dei carabinieri finalizzata al recupero delle opere artistiche rubate in Italia.
E’ STATO lo stesso Bellini, ieri, a tirare in ballo gli (ex) esponenti di Avanguardia Nazionale Massa-Carrara. Lo ha fatto nell’aula bunker del carcere di Rebibbia a Roma dove è stato sentito al processo sulla trattativa Stato-mafia. Bellini ha raccontato ieri gli omicidi commessi, la sua affiliazione alla ‘ndragheta e la sua latitanza sotto falsa identità. Ed è stato questo punto che ha aggiunto il particolare che ad aiutarlo a lasciare l’Italia sarebbero stati “personaggi di Avanguardia Nazionale Massa Carrara”. Fra i tanti reati commessi c’è anche l’omicidio di Alceste Campanile (Lotta Continua) che Bellini ha confessato. Di quel delitto aveva accusato, in qualità di mandante, un altro massese, quel Giulio Firomini, che si è visto assolvere dall’accusa poco tempo fa e che ora gestisce un locale in città. La storia italiana di Avanguardia Nazionale porta alla ribalta molti nomi di cittadini di questa provincia, alcuni hanno avuto seri problemi con la giustizia, altri no. La maggior parte degli esponenti delle forze politiche di destra e di centro destra di oggi che negli anni Settanta erano giovani o giovanissimi provengono da Avanguardia Nazionale.
RACCONTA una “memoria storica” che preferisce rimanere anonima, che in quegli anni «o eri di destra o eri di sinistra. Come dire Msi o Pci. Non c’erano le vie di mezzo. C’erano, invece, l’estrema sinistra con Lotta Continua e l’estrema destra con Avanguardia Nazionale. A quest’ultima aderivano per lo più coloro a cui non piaceva l’Msi di Almirante». Avanguardia Nazionale aveva il suo fondatore in Stefano Delle Chiaie che la sciolse nel 1976 subito prima che il Ministero dell’interno la dichiarasse fuorilegge sulla base della legge Scelba per il ruolo di primo piano avuto dal movimento nella strategia della tensione di quegli anni. A Massa Carrara il responsabile era quel Piero Carmassi che oggi vive a Massa e su cui sono gravate indagini internazionali. «La sede di Avanguardia Nazionale era in quella stradina che collega le piazze Aranci e Mercurio, via Beatrice — racconta la nostra “memoria storica” —. Una notte la sede fu assediata da migliaia di persone di estrema sinistra. Erano risse quasi tutte le sere. Talvolta la tensione si alzava troppo. In città sono scoppiate anche bombe, sono saltate in aria le auto di ragazzi di Lotta Continua ed un giovane fu accoltellato alla Rocca. Ecco, dopo quell’omicidio Avanguardia Nazionale Massa Carrara cominciò a darsi una calmata».
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