Montecatini, 24 marzo 2010 - Ballerine assunte come domestiche. Operai assunti da imprese fantasma per poi lavorare davvero, per altri, a nero. E tutto documentato con buste paga apparentemente ineccepibili, essenziali per ottenere il permesso di soggiorno, vero, ma indotto da documenti falsi e pagati da centinaia di stranieri (marocchini, albanesi e romeni) fra 500 e 3mila euro. Ma il meccanismo è stato sviscerato e fatto saltare al termine di un’indagine che ha richiesto due anni e ha visto all’opera, in sinergia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Ispettorato del lavoro.

L’indagine è sfociata ieri nell’esecuzione di cinque ordinanze cautelari che hanno portato in carcere un noto ragioniere commercialista di Montecatini, Massimo Morini, 62 anni, residente a Pistoia e non nuovo a guai giudiziari di questo genere, e Candido Lazzeri, 62 anni, ex avvocato, di Castelfranco di Sotto (Pisa). Arresti domiciliari invece per Prospero Donzì, 40 anni, di Montecatini, detto Johnny, e per Jonathan Tognocchi, 41 anni, di Pontedera (Pisa). Obbligo di dimora per una 60enne (L. D.), di Spinazzola (Bari).

Gli indagati sono 23 fra Pistoia, Montecatini e Prato e fra questi ci sarebbe anche un ex avvocato di Prato, radiato dall’albo. Il ruolo della schiera di indagati sarebbe quello di prestanome disponibili alle assunzioni fittizie. E proprio da una conversazione dell’ex avvocato pratese intercettata è scaturito il “titolo” dell’operazione: Fictio iuris, finzione giuridica. Una finzione che non ha retto ai controlli incrociati nell’indagine che ha preso le mosse da un piccolo evento: un arresto nel 2007, da parte dei carabinieri di Serravalle Pistoiese, al comando del maresciallo Aldo Nigro, per sfruttamento della manodopera clandestina, e da lì l’analisi dei documenti grazie all’opera del Nucleo Carabinieri ispettorato del lavoro, al comando del maresciallo Nicola Lentini.

Le verifiche fiscali dei finanzieri della compagnia di Montecatini, diretti dal capitano Fabio Lentini, sono state poi convogliate dal pm Luigi Boccia nel filone investigativo aperto dai carabinieri della compagnia di Pistoia, al comando del capitano Vincenzo Maresca. Il ragioniere avrebbe tenuto le fila, utilizzando, come basi logistiche, il suoi studi di Montecatini e Pistoia; l’ex avvocato di Castelfranco avrebbe messo in piedi una ditta fantasma con sede presso una casella postale, a pochi passi dallo studio montecatinese di Morini, dove le Fiamme Gialle non avrebbero mai evidenziato un’attività finanziaria. Tognocchi avrebbe quindi avuto il ruolo di factotum, Donzì quello di procacciatore di ballerine per i locali, poi assunte come domestiche dalla donna pugliese. Fra i reati ipotizzati il favoreggiamento dell’ingresso di immigrati clandestini, lo sfruttamento della manodopera e la falsità ideologica indotta.