Pescia (Pistoia), 1 giugno 2017 - Choc a Pescia: il sindaco Oreste Giurlani (Pd) è stato arrestato stamani dalla Guardia di finanza di Firenze, che gli ha notificato un'ordinanza di di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal giudice per le indagini preliminari Anna Liguori su richiesta della Procura della Repubblica diretta dal procuratore capo Giuseppe Creazzo, per l’ipotesi di reato di peculato.
Il fatto contestato riguarda il periodo in cui Giurlani era presidente dell’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani delegazione della Toscana (Uncem Toscana).
Più nel dettaglio, le investigazioni svolte dai finanzieri del Gruppo tutela spesa pubblica del nucleo di polizia tributaria di Firenze - coordinate dal sostituto procuratore Tommaso Coletta - hanno portato gli inquirenti a contestare a Giurlani di essersi indebitamente appropriato tra il 2012 e il 2016 di denaro appartenente all’Uncem (della quale è stato presidente dal 2005 al 2016). Secondo l'ipotesi contestata, Giurlani avrebbe trasferito dal conto corrente dell’associazione - di cui aveva la disponibilità diretta – sul proprio conto corrente personale la somma complessiva di oltre 570mila euro.
Gli accertamenti anche di natura economico-finanziaria svolti dalle fiamme gialle fiorentine hanno messo in luce che Giurlani si sarebbe “autoliquidato” una somma di denaro pari ad oltre 200mila euro senza produrre alcun giustificativo di spesa, nonché altri 233mila euro "creando ad arte - spiega una nota delle Fiamme Gialle - giustificazioni fittizie contabili, ideologicamente false e soprattutto non pertinenti alla funzione pubblica svolta (quali spese per l’acquisto di numerosi telefoni cellulari ed I-Pad ovvero relativi al consumo “gonfiato” di carburante per autotrazione)".
Inoltre, nel periodo considerato, la Finanza contesta a Giurlani di aver ricevuto compensi per consulenze private effettuate a favore dell’Uncem per oltre 143mila euro, su incarichi auto-conferiti, in relazione ai quali sono tuttora in corso le indagini.
In queste ore sono state eseguite diverse perquisizioni presso uffici pubblici e residenze private tra le province di Firenze e Pistoia, nel corso delle quali è stato acquisito molto materiale cartaceo e informatico, ora al vaglio degli investigatori.
Giurlani è attualmente sindaco di Pescia; in passato è stato per due mandati sindaco di Fabbriche di Vallico.
Le indagini sarebbero partite da un esposto presentato alla Corte dei Conti da un consigliere regionale, secondo quanto appreso da ambienti investigativi. L'esposto, presentato dal consigliere Giovanni Donzelli (Fdi), avrebbe riguardato presunte irregolarità nel pagamento dei contributi previdenziali ai collaboratori dell'Uncem. Gli accertamenti successivi avrebbero poi consentito di scoprire trasferimenti sospetti di denaro sul conto di Giurlani. Tra le presunte giustificazioni di spese fasulle accertate, spiegano le fiamme gialle, quelle per il carburante, come se avesse percorso 500 chilometri al giorno per lunghi periodi. Questa mattina i finanzieri hanno perquisito l'abitazione di Giurlani e un altro appartamento nella sua disponibilità a Pescia, l'ufficio del sindaco nella sede del Comune di Pescia, e un locale ancora nella sua disponibilità nella sede dell'Uncem a Firenze.
Si è trattato di indagini-lampo che hanno 'bruciato' i tempi: appena 15 giorni sono bastati al sostituto della procura di Firenze Tommaso Coletta e agli investigatori della guardia di finanza per controllare la contabilità dell'Uncem Toscana e accusare di peculato Oreste Giurlani per fatti relativi alla sua presidenza di Uncem Toscana. È quanto si fa notare alla procura di Firenze sull'inchiesta relativa a circa un quadriennio di presidenza di Giurlani a capo dell'ente dei Comuni di montagna. I fatti oggetto di reato sono risultati evidenti dalla lettura delle carte.
L'INDAGINE PER CORRUZIONE - Oreste Giurlani sarebbe indagato dalla Procura di Firenze anche per corruzione in merito a vicende collaterali, ma distinte, scoperte dagli inquirenti con la stessa inchiesta e collegate all'attività come sindaco di Pescia. Su questo filone gli accertamenti sono in corso e, secondo quanto emerge in ambienti investigativi, Giurlani non è l'unico indagato.
A quanto si apprende la Procura di Firenze aveva chiesto all'ufficio gip la custodia in carcere per Giurlani, tuttavia il gip Liguori ha ritenuto adeguati gli arresti domiciliari, convenendo comunque con il pm Tommaso Coletta sui pericoli di inquinamento delle prove (il gip scrive "già in atto") e di reiterazione del reato, in quanto primo cittadino del Comune di Pescia.
Una misura restrittiva diversa dalla custodia cautelare, scrive il gip Anna Liguori, "vanificherebbe le esigenze cautelari" mentre gli arresti domiciliari risultano misura "adeguata e proporzionata".
In base a quanto accertato dalle Fiamme gialle, anche con intercettazioni telefoniche, nell'ultimo periodo Giurlani, presumibilmente allertato dalle verifiche in corso sui suoi conti correnti, avrebbe cercato di procurarsi a posteriori 'pezze di appoggio' per le spese non documentate. Contemporaneamente, di fronte alle richieste dell'Uncem di ottenere la documentazione mancante circa le spese sostenute, avrebbe accusato l'ente stesso di averla smarrita. A carico di Giurlani il gip Liguori ha anche stabilito un sequestro per equivalente fino alla concorrenza di quasi 620mila euro.