Pisa, 16 dicembre 2010 - Da quasi due anni sono perseguitati da una vicina di casa. Un calvario per un noto avvocato penalista pisano e per sua moglie finiti nel mirino della donna accusata dell’invio di e-mail diffamatorie, di disturbo del riposo notturno e soprattutto di una lunga e reiterata serie di atti vandalici nei confronti delle auto della coppia e di altri gesti di spregio, tutti a base dello stesso ‘ingrediente’. Una squallida vicenda che rientra a pieno nella definizione dello ‘stalking’, il reato di “atti persecutori” , che prevede una punizione che va da sei mesi a quattro di reclusione.

 

Oggetto di ben quattro denunce - presentate direttamente dalla vittima alla Procura della Repubblica nell’arco di poco più di un anno - le molestie iniziano alla fine di gennaio del 2009 quando l’avvocato riceve un’e-mail dall’amministratore del condominio nella quale è allegata un’altra e-mail inviata dalla vicina di casa del professionista che lamenta una serie di presunti comportamenti scorretti e molesti, secondo la donna perpetrati all’interno dell’abitazione del penalista. Quest’ultimo respinge le accuse di essere maleducato e lamenta fermamente la lesione dell’onore e del decoro personale e familiare. A quel punto comincia l’offensiva contro la coppia. Prima ‘soft’, la loro cassetta postale viene ripetutamente riempita di depliant pubblicitari, ma ben presto la situazione si appesantisce notevolmente.

 

Tra il 22 e il 23 marzo i malcapitati - che hanno un bimbo di pochi mesi - vengono svegliati nel cuore della notte da ripetuti colpi inferti sul pavimento dall’appartamento sottostante (dove appunto abita la molestatrice), seguiti da una serie di squilli ‘muti’ al citofono di casa. Meno di un mese dopo ai due viene recapitato per posta un pacchetto anonimo contenene delle feci. Ed è proprio questo l’‘«ingrediente» principale dei successivi e ripetuti spregiosi atti vandalici contro la coppia, che il 12 maggio trova nella cassetta postale altri escrementi. Materiale usato per sporcare l’auto dell’avvocato e quella di sua moglie il 21 maggio, il 6 luglio, l’11 settembre, il 19 gennaio scorso e l’ 8 aprile. Nel frattempo la magistratura - l’inchiesta è coordinata dal pm Miriam Pamela Romano - aveva fatto installare due telecamere che riprendevano 24 ore su 24 le ‘zone a rischio’, ovvero il parcheggio e l’ingresso del condominio. Ebbene, in una ripresa si vede l’auto colpita da un sacchetto lanciato dall’appartamento sottostante a quello dell’avvocato; un altro filmato mostra addirittura la donna in questione che esce di casa con in mano un sacchetto, poi si avvicina all’auto e la cosparge di feci. Ora la parola passa alla magistratura.
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