Pisa, 28 aprile 2013 - E’ UN rapporto di conoscenza di lunga data quello che lega Maria Chiara Carrozza, chiamata a guidare il dicastero dell’istruzione e dell’Università, con il premier Enrico Letta. Pisani doc entrambi, quasi coetanei (classe 1965 lei, ’66 lui) studi nei due licei più esclusivi della città — lo scientifico «Dini» per il ministro, il classico «Galilei» per il premier — per poi ritrovarsi alla Scuola Superiore Sant’Anna, uno dei simboli dell’eccellenza italiana, fucina di talenti dove si sono formati Giuliano Amato, Sabino Cassese, Antonio Maccanico e, appunto lo stesso Letta. Alla Sant’Anna Maria Chiara Carrozza arriva da esterna, nel 1990, dopo la laurea in fisica, conseguita sempre a Pisa. Narrano le cronache che, da illustre sconosciuta, bussò alla porta del professor Paolo Dario, uno dei «padri» della robotica, chiedendo se avesse potuto accedere al perfezionamento (dottorato) in Ingegneria. E doveva essere bravina visto che vinse il concorso superando i molti candidati interni. Da lì è stato un crescendo continuo fino a diventare ordinario di bioingegneria e robotica nel 2006 e a concorrere, dopo neppure un anno, alla carica di rettore della Scuola. Ma non prima di aver chiesto consiglio all’amico Enrico, che la sprona nel nome del ricambio generazionale. Risultata eletta, in breve Maria Chiara Carrozza mette in luce doti di grande organizzatrice, facendo di una forte predisposizione al dialogo, all’ascolto e alla mediazione i tratti distintivi del suo mandato, caratteristiche ancora una volta in sintonia con quelle del premier. Viene riconfermata rettore nel 2010, ma nel frattempo la sua strada si incrocia con quella del segretario Pd, Pier Luigi Bersani, che la vuole come capolista per il Pd alla Camera in Toscana. Ed è stato ancora Letta, ieri dopo l’ultimo colloquio col presidente Napolitano, a telefonarle per dirle che era fatta: «Il mio primo impegno? Sarà per insegnanti, docenti e ricercatori. Lavorerò per loro».
 

INFORMALE, moderna, scevra dalla sindrome del professore tuttologo, rispettosa delle competenze altrui, non usa l’auto blu, arriva al lavoro a piedi o in bici e anche quando va a Pontedera, dove si trovano i laboratori della Scuola, prende il treno. In tanti ricordano che quando i due figli erano piccoli, spesso se li portava dietro a convegni e conferenze e loro apettavano in fondo alla sala leggendo «Topolino». «Saprà governare da buon politico l’Università mettendo a disposizione la sua competenza tecnica e la conoscenza della macchina universitaria» osserva il professor Pierdomenico Perata, da pochi giorni eletto suo successore alla guida della Sant’Anna. Dove il neoministro potrebbe tornare, magari insieme a Letta, all’annuale appuntamento promosso per il 1° maggio dall’Associazione ex allievi (della quale è segretaria la madre del premier, Anna): un momento di festa con una spettacolare grigliata nei giardini della Scuola. Nel 2012 c’erano entrambi.