Pisa, 18 maggio 2013 - A VOLTE ritornano, anche a sorpresa. Dopo 14 mesi e mezzo, infatti i Ris dei carabinieri di Roma si sono presentati nuovamente a Gello, da dove è scomparsa Roberta Ragusa . Il 29 febbraio dello scorso anno - in occasione della loro prima visita - gli esperti dell’Arma nelle investigazioni scientifiche perlustrarono palmo a palmo - dal tardo pomeriggio fino alla serata - l’intero complesso di via Dini (giardino, autoscuola e abitazione della donna).
Questa volta i Ris sono arrivati nella tarda mattinata di ieri e - coadiuvati dai militari dell’Arma territoriale, hanno eseguito un accurato sopralluogo in via Gigli, la strada dove la notte della scomparsa di Roberta il ‘supertestimone’ Loris Gozi vide prima Antonio Logli sulla sua auto e poco più tardi una coppia litigare e poi partire a gran velocità a bordo di una Citroen C3 azzurra (come quella di Roberta). E, una volta concluso il sopralluogo in via Gigli (che è stata temporaneamente chiusa al traffico) proprio l’auto della donna scomparsa è stata oggetto di indagini da parte dei Ris.
NEL GIARDINO dell’abitazione dei Logli in via Dini, infatti, i carabinieri hanno montato a metà pomeriggio un tendone scuro e lì sotto - lontano dagli sguardi indiscreti dei giornalisti e dagli obbiettivi dei fotografi e cineoperatori - hanno analizzato qualcosa all’interno dell’abitacolo della vettura: pare, appunto, che sia stato smontato uno dei sedili anteriori, forse quello del passeggero. Questo nuovo esame sarebbe collegato alla dichiarazione di Gozi secondo cui la donna caricata a forza sulla Citroen C3 avrebbe urtato violentemente la testa contro l’auto mente stava salendo a bordo. Si è trattato di «atti dovuti per compiere ulteriori accertamenti tecnico-scientifici all’interno dell’auto di Roberta Ragusa», si è limitato ad affermare, infatti, uno degli investigatori. L’ispezione dei Ris è terminata intorno alle 20.
Gli accertamenti effettuati ieri dai Ris servono a stabilire se nella Citroen C3 azzurra di Roberta Ragusa vi fossero rimasti residui di tracce biologiche in grado di confermare in qualche modo la versione della lite notturna tra Logli e una donna, conclusa con uno sportello sbattuto con violenza dal lato del passeggero dallo stesso Logli, riferita da Loris Gozi, il testimone-chiave dell'inchiesta sulla scomparsa dell'imprenditrice pisana nella quale e' indagato per omicidio e occultamento di cadavere il marito.
Sull'esito degli esami degli esperti scientifici gli inquirenti mantengono il massimo riserbo: si sa che l'attenzione si e' concentrata soprattutto sul sedile anteriore destro che e' stato smontato dagli investigatori per esaminare a fondo l'abitacolo. Se vi sono stati repertamenti, i risultati delle analisi si conosceranno solo tra qualche giorno. Intanto, i carabinieri non lasciano nulla di intentato e nei giorni scorsi hanno verificato anche l'ultima segnalazione in ordine di tempo, quella di un lucchese che dice di avere visto Logli nella pineta di Torre del Lago con un grande sacco nero nel gennaio dello scorso anno. Gli accertamenti pero' non hanno dato esito e la pista e' stata abbandonata.
La prossima settimana potrebbero essere eseguiti altri interrogatori nella cerchia di parenti e amici dell'indagato, dopo quello della madre avvenuto ieri ma che non avrebbe fornito elementi particolarmente utili alle indagini. Sfileranno davanti al pm il padre Valdemaro Logli, i figli minorenni dell'indagato e Sara Calzolaio: mentre il primo può avvalersi della facoltà di non rispondere in quanto parente di Logli, i ragazzi e la sua amante saranno invece obbligati a testimoniare, i primi in quanto parti offese in un procedimento che prevede l'uccisione della madre, la seconda in qualità di persona informata dei fatti.
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