Pisa, 16 agosto 2013 - Le Università di Pisa e di Roma “La Sapienza” sono le migliori in Italia secondo il prestigioso Academic Ranking of World Universities (www.shanghairanking.com/) elaborato dalla “Jiao Tong” University di Shanghai per il 2013.
I due atenei sono i primi tra gli italiani e si posizionano tra il 101° e il 150° posto al mondo, precedendo quelli di Milano e Padova, tra il 151° e il 200 posto, e quelli di Bologna, Firenze, Torino e del Politecnico di Milano, che si situano tutti tra il 201° e il 300° posto.
Complessivamente, sono 19 le istituzioni accademiche italiane che quest’anno compaiono tra le primo 500 al mondo, contro le 20 dello scorso anno e le 22 del 2011, ponendo l’Italia all’8° posto tra le nazioni, subito dietro la Francia (che ne ha 4 tra le prime 100) e il Giappone (3 nelle prime 100) con 20. A primeggiare sono ancora una volta le università degli Stati Uniti, con 17 tra le prime 20 e 149 tra le prime 500, seguite da quelle della Cina (42 tra le prime 500, ma nessuna tra le prime 100), Germania (38 e 4 tra le prime 100) e Regno Unito (37 e ben 9 tra le prime 100).
Il risultato ottenuto dall’Università di Pisa è lusinghiero anche per quanto riguarda i macro settori e i singoli campi disciplinari. L’Ateneo pisano conferma la leadership in Italia per il macro settore delle Scienze naturali e matematiche, essendo presente tra i primi 100 al mondo insieme alla Scuola Normale e all’Università di Padova. Compare inoltre in quello dell’Ingegneria, tecnologia e informatica, dove è tra il 151° e il 200° posto al mondo. L’Università di Pisa è infine presente in quattro dei cinque campi disciplinari monitorati dall’ARWU: quelli della Matematica e della Fisica, entrambi posizionati tra il 76° e il 100° posto al mondo, e quelli della Chimica e dell’Informatica, che si piazzano tra il 151° e il 200° posto.
“A dieci anni dalla nascita della classifica di Shanghai, che è senza dubbio quella più accreditata a livello internazionale – ha commentato il rettore Massimo Augello - possiamo provare a tracciare un bilancio sul medio periodo. Per quanto riguarda l’Università di Pisa, tale bilancio è molto positivo, avendo scalato circa cento posizioni dal 2003, quando era collocata tra il 201° e il 250° posto al mondo, ed essendo diventata da alcuni anni leader assoluta in Italia, insieme alla Sapienza di Roma, dopo aver scavalcato atenei del prestigio di Milano, Firenze e Padova. Non altrettanto può dirsi, in generale, per il nostro sistema universitario, che ha visto diminuire le sue presenze nella top 500 mondiale, passando dalle 23 del 2003 al minimo di 19 di quest’anno, e che da un lungo periodo non conta università tra le prime 100 al mondo. A mio parere, ciò è conseguenza di una politica miope da parte dei governi che si sono succeduti alla guida del Paese, che hanno continuato a tagliare i fondi e impedito di fatto gli investimenti in risorse umane tendenti a un ricambio generazionale. In tal modo il Paese non ha saputo cogliere il rilievo fondamentale che il mondo dell’università e della ricerca ha nella società contemporanea, non riuscendo a rilanciare e valorizzare l’enorme potenziale di ricchezza degli atenei italiani in un contesto mondiale sempre più competitivo e globalizzato”.
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