Pisa, 21 dicembre 2016 - Antonio Logli è stato condannato a venti anni - rito abbreviato - per l'omicidio della moglie Roberta Ragusa e la soppressione del cadavere. Per ora c'è solo l'obbligo di dimora, Logli non va in carcere. Il giudice che lo ha condannato non ha accolto la richiesta del pm di misura di custodia cautelare in carcere nei confronti dell'uomo in caso di condanna. Per Logli è stato invece disposto l'obbligo di dimora nei comuni di Pisa e San Giuliano Terme (Pisa) dalle 21 alle 6. L'uomo è stato interdetto per sempre dalla patria potestà genitoriale.
L'udienza davanti al Gup Elsa Iadaresta è iniziata questa mattina con la replica del pm Aldo Mantovani. Presenti in aula 4 cugine di Roberta: "Siamo soddisfatte di questa sentenza, ma non cambia il dolore per la perdita di Roberta. Non cercavamo vendette, ma giustizia per lei" hanno detto due delle cugine della donna scomparsa, Marika Napolitano e Maria Ragusa, dopo la lettura della sentenza di condanna di Logli. "Ora per i due figli - ha aggiunto Marika - è una tragedia doppia perché oltre alla madre, rischiano di perdere anche il padre, faremo di tutto per cercare un rapporto con loro e per stare vicini a questi ragazzi". Fuori dall'aula ad attendere la sentenza c'era anche il supertestimone Loris Gozi: "Si è messo in gioco per anni la mia vita, dicendo che ero un bugiardo, ora è stato un giudice a stabilire chi aveva detto le bugie. Io non sono contento per 20 anni a Logli, perché il carcere non si augura a nessuno, però è giusto che chi uccide un'altra persona debba pagare".
L'accusa, sostenuta dal sostituto procuratore di Pisa, Aldo Mantovani, contro l'uomo accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere era stata di 30 anni di carcere, diventati 20 per la scelta di ricorrere al rito abbreviato. La difesa, che ha ripercorso tutta la vicenda, aveva chiesto l'assoluzione piena di Logli per "assoluta mancanza di prove". Logli era stato prosciolto il 6 marzo del 2015 dal gup di Pisa, ma il 16 marzo di quest'anno la prima sezione penale della Cassazione aveva annullato il provvedimento ordinando che l'uomo tornasse davanti a un giudice per un nuovo processo.
Al momento della sentenza, Antonio Logli non era in aula. La difesa invece ha sempre chiesto l'assoluzione perché l'imputato non ha commesso il fatto. Roberta Ragusa è scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012. Secondo l'accusa, Logli la notte in cui scomparve la moglie fu scoperto al telefono con la sua amante e ne nacque un litigio sfociato poi in un omicidio e nella distruzione del cadavere di lei.
"Prima di tutti diciamo che si parla del massimo della pena, poi anche che abbiamo ottenuto la verità e cioè che Roberta Ragusa non si è allontana da sola, senza soldi e in pigiama". Così Nicodemo Gentile, ai microfoni di Rainews24, legale dell'Associazione Penelope attiva nella tutela delle persone scomparse che si è costituita parte civile nel procedimento giudiziario contro Antonio Logli.