FRANCESCO PALETTI
Cronaca

Integrazione in musica. Quei migranti sanno cantare: prenotati per i matrimoni

Collins, Destiny, Ibrahim e James: richiedenti asilo e cantanti. Tutti di origine nigeriana, vivono da un anno nella canonica di Limiti

Una cena con i profughi accolti nella parrocchia di Limiti

Una cena con i profughi accolti nella parrocchia di Limiti

Pisa, sabato 5 novembre 2016 - Ora li chiamano tutti. Quattro coppie di futuri coniugi li hanno già prenotati per le loro feste nuziali in programma nei prossimi mesi. Cantano bene e portano nella liturgia una ventata di colore e spiritualità tutta africana  Collins, Destiny, Ibraham e James, i quattro nigeriani richiedenti asilo ospiti da un anno nella casa canonica di Limiti (San Giuliano Terme), quella inaugurata il 13 marzo 2013, giorno dell'elezione di Papa Francesco. E da quando fanno parte del coro dell'unità pastorale di Pontasserchio, Pappiana e San Martino Ulmiano almeno a San Giuliano Terme e dintorni se ne sono accorti in tanti.

«Anche questa è integrazione» sorride don Davis Emeanuli, viceparroco e sacerdote nigeriano che da oltre un anno sta accompagnando la piccola comunità di richiedenti asilo provenienti dal grande Paese africano che ha messo radici alle pendici dei Monti Pisani. «Ho proposto l'inserimento nel coro e nelle altre attività parrocchiali per aiutarli a praticare di più la lingua italiana dato che non basta frequentare il corso qualche ora la settimana per apprenderlo – dice -. Inoltre in questo modo si favorisce l'interazione e la conoscenza con gli altri parrocchiani e gli abitanti del nostro territorio».

Il risultato, per è più che soddisfacente: «Sono stati accolti molto bene  fin dall'inizio, ma quando sono arrivati, un annetto fa, erano percepiti soprattutto come persone da aiutare, che avevano bisogno di tutto. Adesso, invece, il rapporto è più alla pari – spiega don Emenauli -: hanno sicuramente dei bisogni, ma possono dare anche molto e, grazie al coro e agli altri servizi che svolgono nelle parrocchie, ora in tanti cominciano ad accorgersene».

In tutto sono sedici i migranti accolti nelle strutture parrocchiali della diocesi: ai quattro di Limiti, vanno sommati i nove della Casa Caritas di Pontasserchio e il piccolo nucleo familiare ospitata fino a poche settimane fa nella canonica di Sant'Andrea a Lama (Calci). «Sono percorsi significativi che raccontano di comunità  che si fanno realmente prossime e condividono un cammino con le persone accolte, ma sono numericamente ancora troppo limitati» sottolinea il direttore della Caritas diocesana don Emanuele Morelli. Che, d'accordo con l'arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, nelle settimane scorse ha preso carta e penna e scritto a tutti i sacerdoti per sollecitare la condivisione delle parrocchie: «Possiamo fare di più – ha scritto - per questo vengo a chiedervi di adoperarvi per reperire strutture per l'accoglienza dei profughi».