Pisa, 2 luglio 2011 - UN’AVVENTURA, un’impresa degna della Pisa trecentesca, una scommessa. Un’officina aperta attraverso la quale tornare ad imparare le antiche tecniche pittoriche e osservare da vicino ogni pennellata. Sarà tutto questo il grande affresco contemporaneo che sta iniziando a riempire le pareti della chiesa di San Vito in Lungarno Simonelli. Duecento metriquadri e 250 personaggi scelti tra i pisani (con i costumi della Fondazione Cerratelli) che racconteranno la vita di San Ranieri, nella chiesa dove il patrono si spense esattamente 850 anni fa.
E tra le figure che, scena dopo scena, ricostruiranno la storia del santo c’è anche il «nostro» Gesù, Daniele Ascagni, scelto attraverso il casting on line lanciato sulle pagine de La Nazione. Il suo volto e il suo profilo sono i protagonisti della prima scena, svelata ieri dopo un mese di lavoro del Maestro Luca Battini. Un grande e splendente mandorla in oro zecchino — comprendente un’iscrizione fatta a mano — con all’interno il Cristo e alle spalle una porzione di paesaggio. «L’inizio e la fine dell’avventura spirituale di Ranieri» come ha sottolineato l’Arcivescovo Monsignor Giovanni Paolo Benotto.
UN PROGETTO — quello dell’affresco — che è finalmente arrivato al suo avvio (per una serie di coincidenze proprio nell’anno giubilare di San Ranieri e in quello della ricollocazione degli affreschi nel Camposanto Vecchio) e che nasce quattro anni fa, nel 2007, da un’intuizione degli Amici dei musei e monumenti pisani.
«QUESTA è l’anteprima di un capolavoro, di un’opera unica nel nostro paese — ha commentato il presidente dell’associazione Mauro Del Corso — quello della chiesa di San Vito sarà l’affresco di tutti, l’affresco di Pisa e dei pisani». E il sostegno a quest’opera impegnativa e costosa per concludere la quale serviranno ancora due anni (i materiali utilizzati per tutto il ciclo affrescato, ed in particolar modo per la prima scena, sono tutti pigmenti purissimi, preziosi e ormai inutilizzati da tempo) sta arrivando da tutta la città. In primis dal Comune di Pisa — proprietario della chiesa di San Vito — che ieri ha voluto essere presente alla scopertura della prima scena con il vicesindaco Paolo Ghezzi e gli assessori Silvia Panichi e Andrea Serfogli. Ma anche dalla Provincia, dalla Scuola edile — con la quale l’amministrazione ha siglato una convenzione e i cui allievi hanno collaborato sia alla stesura dell’arriccio che a quella del velo (il supporto all’affresco) —, sponsor privati, imprese e associazioni. Senza dimenticare i singoli cittadini che hanno deciso di dare una mano per coprire i costi di realizzazione dell’affresco.
SOSTENITORI che ieri sera si sono riuniti nel giardino dell’Orto Botanico per una cena di raccolta fondi (un centinaio le adesioni). Proprio come un tempo. All’epoca del mecenatismo.
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