Pisa, 15 febbraio 2016 - All'annuncio ufficiale della scoperta delle onde gravitazionali a Washington, in rappresentanza dell’Italia e del centro Virgo di Cascina, c’era lui: Giovanni Losurdo, laurea in Fisica a Pisa e dottorato alla Normale, barese trapiantato nella nostra città dall’età di 18 anni, scienziato dell’Infn di Firenze. Se per la conferenza stampa italiana è volato oltreoceano Albert Lazzarini, vicedirettore di Ligo, in Usa è stato chiamato lui. Perché Losurdo, oltre ad essere uno dei ‘cervelli’ che hanno lavorato alla caccia alle onde di Einstein, è anche l’uomo del futuro: project leader di «Advanced Virgo». Un ruolo chiave che porterà entro pochi mesi all’accensione del nuovo interferometro, più potente e sensibile. Un’operazione da 24 milioni di euro. 14 settembre 2015: le onde gravitazionali vengono osservate per la prima volta dagli strumenti Usa.
Ci racconti quel giorno... «Ricevo la mail da parte di Marco Drago, lui è in Germania, al Max Planck Institute for Gravitational Physics di Hanover. Il messaggio è stato inviato alla mailing list del gruppo che si occupa dell’analisi dei dati. C’è un link allegato. Lo apro, un segnale pazzesco. Troppo perfetto, troppo ‘facile’. Nei corridoi ne parliamo: tutto ci fa propendere per una blind injections, un segnale-test. Ma poche ore più tardi un’altra mi arriva un’altra mail: è il mio omologo di Ligo. ‘Hai visto che roba?» mi dice». Undici febbraio 2016: l’annuncio alla comunità scientifica e al mondo. Cosa è successo nel mezzo? «L’eccitazione ha lasciato il posto ad una esperienza di straordinario rigore scientifico tra contro-verifiche e controlli incrociati. Cinque mesi di lavoro intensissimo, nel più completo silenzio: dovevamo mantenere il segreto a tutti i costi e arrivare all’annuncio con un articolo di una solidità granitica. Nell’ambito delle onde gravitazionali abbiamo avuto più di un annuncio falso: l’ultimo un anno e mezzo fa quando la presunta osservazione alla fine si rivelò l’effetto della polvere interstellare». E ora? «Comincia il bello. La sfida era portare i rilevatori ad una sensibilità tale da catturare il segnale. Ora dobbiamo rimanere in osservazione e vedere cosa l’universo ci racconta».
Cascina come darà il suo contributo?
«La versione avanzata di Virgo, 10 volte più sensibile e in grado di vedere un volume di universo 1000 volte superiore, è quasi pronta. Entro marzo sarà ultimata la costruzione. Poi ci sarà la fase dei test e dell’ottimizzazione dello strumento. A fine anno potrà riprendere la presa dati in tandem con Ligo. Ma guardiamo anche oltre». Verso dove?
«Stiamo già pensando a come migliorare Advanced Virgo utilizzando l’evoluzione delle tecnologie. Nei nostri programmi c’è un interferometro di terza generazione, sottoterra per ridurre il rumore ambientale, e con bracci più lunghi: 10 km anziché 3».