Pistoia, 4 agosto 2016 - E’ "solo" un’inchiesta giudiziaria, ma potrebbe avere gli effetti di un terremoto politico. Il sindaco di Pistoia, Samuele Bertinelli, del Pd, è indagato assieme a tutti e cinque gli assessori della sua giunta di centrosinistra e ad alcuni dirigenti del municipio nell’ambito di un’inchiesta sulle nuove assunzioni a Palazzo di Giano.
Una "bomba", dunque, dagli effetti potenzialmente più devastanti del residuato bellico disinnescato in una città semideserta lo scorso weekend. Un clamoroso colpo di scena anche nel dibattito intorno alla prossima tornata amministrativa (qui si rivota nel 2017), proprio nella città che fino a domenica ospiterà la festa regionale dei Democratici e che l’anno prossimo sarà capitale italiana della cultura.
Un fulmine a ciel sereno, che potrebbe portare addirittura al commissariamento del Comune, visto il coinvolgimento dei massimi esponenti, politici e burocratici, della città toscana. Le accuse nei confronti dei sei membri del governo cittadino (oltre al primo cittadino Bertinelli, sono indagati il vicesindaco Daniela Belliti e gli assessori Tina Nuti, Mario Tuci, Elena Becheri e Giuliano Palagi) sono pesanti. I magistrati ipotizzano, anche se non per tutti gli indagati (sedici, in tutto, seppur in posizioni differenti), l’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, la concussione, l’abuso d’ufficio, il falso.
Le indagini sono state condotte per mesi, in gran segreto, dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Pistoia. Tutto è cominciato dopo una denuncia, presentata da alcuni dipendenti del Comune di Pistoia. Si tratterebbe di una coda, assai acida, delle polemiche sorte intorno alla riorganizzazione a Palazzo di Giano. Scelte fortemente contestati da consiglieri dell’opposizione e anche dalla locale Cgil, che aveva ripetutamente gridato a irregolarità.
Ipotesi che oggi potrebbero trovare conferma nell’inchiesta, ormai in dirittura d’arrivo, che imbarazza la politica pistoiese. Secondo le accuse, Bertinelli e la sua giunta avrebbero interferito nei concorsi e alterato le graduatorie per favorire assunzioni di nuovi dirigenti. Propiziando quelli graditi – pronti a mettersi in linea con le decisioni della giunta – a discapito di quei dirigenti meno malleabili. Verso quest’ultimi, hanno ricostruito i carabinieri, sarebbero state compiute anche vessazioni. Sul registro degli indagati figurano anche personaggi di spicco dell’amministrazione e della macchina burocratica pistoiese – come il braccio destro del sindaco Bertinelli e capo di gabinetto, Simone Ferretti – oppure dirigenti di fresca assunzione o nel frattempo passati ad altri enti, come l’ex direttore del personale Annarita Settesoldi, oggi addetta alle relazioni sindacali presso il Comune di Firenze.
Coinvolti nell’inchiesta anche un dirigente dell’urbanistica di Palazzo Vecchio e uno del Comune di Scandicci. E pensare che il rinnovamento e i tagli ai costi della dirigenza comunale erano stati una sorta di cavallo della battaglia nel segno del cambiamento decantato dal neosindaco Bertinelli sin dal suo insediamento, quattro anni or sono.
Classe 1976, Bertinelli entra giovanissimo nei Democratici di Sinistra e prestissimo, a soli 22 anni, conquista anche uno scranno in consiglio comunale, dove vi rimarrà anche nella legislatura successiva. E’ uno dei protagonisti della fondazione del Partito Democratico a Pistoia (anche se oggi non si riconosce nei renziani) e nel 2012 si candida a sindaco. Viene eletto al primo turno con il 59% dei consensi, surclassando la rivale del centrodestra, Celesti.