LUCIA AGATI
Cronaca

"Noi non lasceremo questa casa": la difesa del condominio sociale

Un inquilino: "Sono pronto a mettermi in mezzo alla strada"

La casa sotto sequestro

La casa sotto sequestro

Pistoia, 10 febbraio 2016 - FRA MENO di venti giorni, così impone l’ordinanza del Comune di Pistoia, la casa di riposo abusiva di via Zanzotto, a Sant’Agostino, dovrà chiudere, e la badante che la coordina, indagata per abbandono di persone incapaci ed esercizio abusivo della professione infermieristica, dovrà cessare la sua attività. Ma, ci sono dei «ma» che impongono di inquadrare con attenzione questo fenomeno, quello cioè che ha portato alcune famiglie pistoiesi a organizzare, di comune accordo, una casa per gli anziani con badante (e badanti) condivisa dove, ci confermano i due legali che seguono la vicenda, la prima del genere a Pistoia, ovvero l’avvocatessa Caterina Frivoli e l’avvocato Alberto Russo, è tutto alla luce del sole e nessuno ha mai pensato di chiamare la casa «struttura»: gli anziani sono residenti, gli affitti dei quattro appartamenti sono regolarmente pagati e le badanti anche, con contributi regolarmente versati.

L’origine di questa esperienza ce la spiega uno degli inquilini della casa, Enrico Biancalani, 83 anni, ex rappresentante di Pupigliana che da molti anni assiste la moglie Mirella Bettazzi, che era medico immunologo e ora è prigioniera dell’Alzheimer.

«ABITIAMO qui, in un appartamento di questa palazzina, pago l’affitto e sono l’amministratore di sostegno di mia moglie. E’ un condominio di anziani autogestiti, con spese comuni. I nostri medici vengono qui, a visitarci e ognuno ha le sue medicine. Abbiamo tutto, non ci manca niente. Altrimenti sarebbe molto più costoso e saremmo lontani dalle nostre famiglie. E non siamo mai soli, le badanti sono sempre qui. Sono pronto a scendere in strada il 27, quando ci faranno chiudere». Enrico, tutto compreso (affitto, stipendio alla badante e bollette) spende 2.500 euro al mese.

EMANUELA Mascerà, 57 anni, è la badante indagata: «Noi vogliamo essere solo quello che le famiglie desiderano. Un posto sereno dove vivere. Avevo fatto un’esperienza simile in viale Arcadia, due anni fa, poi mi hanno diffidato. Qui mi hanno pensato come organizzatrice, ma sono solo un capocondominio e ho una quota d’affitto. Qui ho assistito i miei genitori. Per me è una missione».

«I nostri genitori – spiegano Roberto Bonelli e Irma Rossi – qui stanno bene, le badanti sono bravissime e umane. Noi paghiamo l’affitto, veniamo qui quando vogliamo e siamo tranquilli. Non usciremo di qui».