Pistoia, 26 ottobre 2015 - Grande successo ieri a Cutigliano per il convegno «Il lupo, l’uomo e il territorio», organizzato dalla cooperativa Castanea con il patrocinio de La Nazione e sostenuto da Bcc di Vignole e della Montagna Pistoiese e da BsPlanet. Circa 130 gli spettatori accertati sul registro delle presenze, quindici i relatori che si sono susseguiti per tutta la giornata nella sala di Palazzo dei Capitani. Ad attirare l’attenzione è stata anzitutto la relazione di Francesca Ciuti (coop. Castanea) che ha ripercorso la storia della presenza del lupo nelle nostre zone. «I primi segni di ricomparsa– ha spiegato – risalgono agli inizi degli anni Ottanta. Dagli anni Novanta le testimonianze si sono fatte più frequenti: il lupo nelle nostre zone si era completamente estinto ed è tornato in Toscana risalendo dal sud Italia. I primi avvistamenti si sono verificati nei comuni di San Marcello e Cutigliano per poi allargarsi all’area dell’Acquerino». Il primo progetto di ricerca e monitoraggio risale al 2014, finanziato dalla Regione e cofinanziato dagli enti locali. Dal 2015 lo studio si è allargato dalle sole aree protette a tutto il territorio provinciale.
«Quest’anno – ha aggiunto Ciuti – sono stati effettuati 15 sopralluoghi su resti di pasto o predazioni, un sopralluogo su una carcassa di lupo e 99 punti di wolf howling coperti in 21 serate d’ascolto. Senza dimenticare i 60 escrementi campionati che hanno permesso di mappare 13 lupi, 5 maschi e 8 femmine, un cane e un ibrido di prima generazione». Ciuti ha infine «mappato» la situazione attuale nella nostra provincia. «Ci sono 7 branchi accertati nel corso di quest’anno (3 al confine con la provincia di Bologna, uno tra Cutigliano e Abetone e 3 tra San Marcello, l’alta collina pistoiese e la valle dell’Ombrone). In altri due casi (nel pesciatino e sopra Montale) la presenza di altrettanti branchi è da chiarire ma ci sono forti sospetti. E nonostante la presenza del lupo in zone fortemente antropizzate sia evidentemente dimostrata, è importante sottolineare come continuino a non verificarsi attacchi verso la popolazione».
Luigi Molinari (Wolf Appenine Centre) ha parlato del fenomeno che più minaccia la conservazione della specie: l’ibridazione. Il caso più frequente è di cani, spesso padronali e mal gestiti, che si accoppiano con femmine di lupo in dispersione. Non è mancato il punto di vista degli allevatori. «Il lupo è uno dei problemi per chi pratica l’allevamento tradizionale, mantenendo gli animali all’aperto– ha detto Simone Giani, allevatore di Spignana – i risarcimenti sono irrisori e le ore perse per seguire le pratiche generano un doppio danno economico. Occorre lavorare per educare i frequentatori delle nostre montagne al rispetto delle misure di protezione adottate nei confronti dei lupi. Altrimenti anche i pochi allevatori rimasti molleranno». Dalla tesi di laurea di Luisa Casini è emerso che molti basano le proprie conoscenze in materia sul sentito dire e credono che a reintrodurre il lupo in Toscana sia stato l’uomo. «Sono fiero di aver ospitato a Cutigliano un convegno di così alto livello – commenta il sindaco Tommaso Braccesi –si è parlato della convivenza dell’uomo e del lupo in montagna, cercando di trovare un’armonia attualizzata al 2015».
Elisa Valentini